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Di Lucente: “Pazienti Covid a Venafro, basta avvelenatori di pozzi”

La riflessione del consigliere regionale: “Il Molise che conosco è quello che coccola i suoi nonni”. E ricostruisce, carte alla mano, l’accaduto nei giorni precedenti al trasferimento degli anziani al Santissimo Rosario. IL VIDEO


ISERNIA. “Quello che continuo a leggere in questi momenti mi rattrista: persone che parlano dei nonni di Agnone addirittura mandati a morire, quando sono stati trasferiti in una Rsa all’interno del Santissimo Rosario (residenza autorizzata già a gennaio) per continuare ad essere assistiti, visto che dov’erano il privato non garantiva più nulla”. Lo afferma il consigliere regionale dei Popolari Andrea Di Lucente, in un posto pubblicato sulla propria pagina Facebook.

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La vicenda a cui si riferisce è quella legata al trasferimento degli ospiti della struttura ‘Tavola Osca’ di Agnone presso una sezione del Santissimo Rosario. Il trasferimento si è reso necessario perché gli anziani, positivi al Covid-19 ma asintomatici, erano rimasti nella struttura di Agnone senza più personale. Il legale rappresentante della residenza, sabato 4 aprile, ha inviato una mail all’Asrem ribadendo che entro le 20 del giorno stesso i dipendenti avrebbe lasciato la struttura e che degli ospiti avrebbe dovuto occuparsi l’Azienda sanitaria del Molise. Di qui la ferma presa di posizione di Di Lucente: “Se l’Asrem non fosse intervenuta che sarebbe successo ai vecchietti? Regione e Asrem non si sono tirate indietro, facendosi carico di un compito del privato, pur di non lasciare soli i nonni e le famiglie. Il titolare della struttura non se ne sarebbe occupato: lo ha persino scritto. Nonostante il commissario prefettizio nello stesso giorno avesse emanato un’ordinanza nei confronti del titolare perché reperisse altro personale e garantisse l’assistenza ai 13 nonni ospitati lì dentro”, prosegue Di Lucente. Che punta il dito anche contro quella che definisce “una mistificazione della realtà. La stanno stravolgendo. Mi chiedono cosa stia accadendo ad Agnone. È sotto gli occhi di tutti quello che è successo, di chi sono le responsabilità. Eppure si punta il dito contro Asrem e Regione. Perché? Ringrazio la procura della Repubblica di Isernia che sta ponendo l’attenzione sulla questione e che sono certo darà un nome e un cognome ai responsabili”.

Sul forte sentimento di sdegno che ha pervaso tutta Agnone, Di Lucente interviene: “Lo comprendo ed è legittimo. Ma è indirizzato verso le persone sbagliate. La Regione, nello specifico l’Asrem, ha preso il posto di un privato che ha letteralmente riconsegnato le chiavi della struttura. Io credo che prima di tutto dovrà rispondere alla sua coscienza e poi anche all’opinione pubblica”. Il consigliere lancia anche un appello a tutta la cittadinanza agnonese: “Prego tutti di chiederci informazioni e poi di farsi un’opinione. Vedo e leggo tanti avvelenatori di pozzi che non vi stanno dicendo la verità, ma sfruttano la paura di tutti noi per sciacallaggio politico. A loro dico che non state facendo il bene delle persone che in voi hanno fiducia. In questo momento le polemiche politiche dovrebbero essere sospese, perché dovremmo lavorare a favore della gente. Per informarla di quello che accade e non per manipolarla”.

Di Lucente è stato in contatto con il direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano: “Mi ha assicurato che le famiglie sono state informate. Le tempistiche saranno state lunghe e a chi teme per i propri cari saranno sembrate ancora più lunghe, ma tra il dire e l’agire è sempre meglio agire. E sempre in questo solco l’Asrem lo ha fatto anche per mettere in contatto gli anziani con i familiari in attesa di una linea fissa”.

Sulla riluttanza di Venafro ad ospitarli, invece, Di Lucente dibatte: “Chiedo perché? Io li sento come fossero miei nonni. Perché a Venafro no? Come se non fossimo tutti un unico Molise, una grande famiglia. I nonnetti che invece erano a Larino, inizialmente negativi al tampone, si sono positivizzati. Sembra una cosa buona, invece vuol dire che improvvisamente il virus si è manifestato. Anche loro stanno bene, ma non potevano essere portati a Campobasso, dove ci sono le terapie intensive per i casi gravi. Loro, per fortuna, non lo sono adesso. A quelli che hanno detto che il trasporto è avvenuto di notte, vorrei rispondere che sì: queste cose si fanno di notte sempre, sono protocolli di Protezione Civile E che c’è voluto tempo affinché la Protezione Civile nazionale facesse arrivare il cordone sanitario da Roma. Un cordone che ha salvato vite, con la regia dell’Asrem”.

Di Lucente lancia un ultimo appello a tutto il Molise: “Non voglio credere che questa emergenza abbia trasformato il Molise bello e solidale che tutti conosciamo, in uno pieno di paura. In tanti parlano di cattiva gestione, ma l’angoscia non deve offuscare la mente. Non deve renderci la brutta copia di quello che non siamo. Siamo un popolo che i nonnetti se li coccola, che sa qual è il loro valore. E che difende la vita di tutti”.

 

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