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Toma azzera la Giunta: azione concordata con assessori. La prova di forza in vista del bilancio

Tutti hanno firmato le dimissioni, salvo Mazzuto che si è riservato di decidere. Il segnale alla maggioranza, in vista del voto previsto per la prossima settimana e la questione dei consiglieri surrogati a tenere banco nel dibattito politico. Come la crisi economica conseguenza dell’epidemia del Covid-19


CAMPOBASSO. “Siamo uniti nel fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica. Non c’è nessuna crisi all’interno della Giunta regionale”. Queste le parole utilizzate dal presidente della Regione Donato Toma, in merito all’azzeramento dell’esecutivo fatto ieri sera, che all’esterno è arrivato come un fulmine a ciel sereno, ma che a quanto risulta era già nell’aria. Un segnale politico inviato alla maggioranza – voci polemiche e distinguo – più che agli stessi assessori attualmente senza incarico. Tutti tranne Mazzuto, che non ha ancora sciolto la riserva.

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“Ieri sera, al temine della riunione di Giunta – le parole di Toma – ho invitato gli assessori a presentare le proprie dimissioni, chiedendo loro di partecipare in veste di consiglieri al prossimo Consiglio regionale, fissato per la discussione del Bilancio regionale di previsione. È per me una prassi periodica, come annunciai in campagna elettorale, fare il cosiddetto ‘tagliando’ alla Giunta per verificare azioni e obiettivi raggiunti. Non è la prima volta e non sarà l’ultima”.

“Gli assessori Vincenzo Cotugno, Vincenzo Niro, Nicola Cavaliere e Roberto Di Baggio – ha aggiunto il presidente – hanno dichiarato di dimettersi, mentre l’assessore Luigi Mazzuto si è riservato di comunicare la propria decisione”.

“Sulla base di ciò – ha concluso il governatore – nella tarda serata di ieri, ho proceduto a firmare il relativo decreto di revoca. Chiedo a maggioranza e opposizione di affrontare la discussione sul bilancio in maniera responsabile quantomeno dal punto di vista dei toni – poi ognuno voterà come lo ritiene opportuno – in ossequio al grave momento che stiamo vivendo. Polemiche e distinguo eccessivi non sarebbero compresi dalla nostra splendida comunità, che ha bisogno invece di risposte forti e concrete delle istituzioni. Uniti ne usciremo più forti. Come comunità e come istituzioni”.

Da vedere se all’azzeramento seguirà un rimpasto nei nomi, improbabile, o nelle deleghe, ipotesi quest’ultima non esclusa. E se a essere rivista sarà anche la questione dei cosiddetti ‘consiglieri surrogati’ –  i consiglieri che entrano al posto degli assessori – chiesta da una parte stessa della maggioranza di centrodestra. Aspetto questo legato alla revisione della legge elettorale, che com’è noto comporta iter e tempi complessi e lunghi. Impensabile l’uno e gli altri in piena emergenza Coronavirus.

Un’emergenza che non avrebbe indotto l’esecutivo a stravolgere la programmazione e a destinare le somme già impegnate per gli altri capitoli di bilancio – almeno nel triennale – alla sanità. Visto che l’emergenza economica preoccupa non meno di quella sanitaria. Anzi, forse di più. Da qui il maxi intervento da 50 milioni di euro varato proprio ieri sera. Prima dello stop obbligatorio imposto agli assessori. Consiglieri semplici fino al 22 aprile, quando dovrebbe concludersi la maratona sul bilancio. In videoconferenza. Con Toma che punta a bruciare i tempi e ad arrivare al voto anche prima di mercoledì e chi ha ancora carte da giocare che tenterà di farlo. A colpi di emendamenti. Tentando di trovare la sponda nell’opposizione.

Carmen Sepede

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