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Coronavirus: sulla prestigiosa rivista British Medical Journal la terapia proposta da due ricercatori Neuromed

Gli sfingolipidi, componenti fondamentali delle membrane cellulari, potrebbero aggiungersi alle soluzioni attualmente in sperimentazione


POZZILLI. Gli sfingolipidi, componenti fondamentali delle membrane cellulari, sono cruciali nel controllo di numerosi processi biologici del corpo umano, tra i quali quelli infiammatori e coagulativi. È da questa considerazione che arriva la proposta di Vittorio Maglione e Alba Di Pardo, ricercatori del laboratorio di Neurogenetica e Malattie Rare dell’Irccs Neuromed di Pozzilli: aggiungere anche questa classe di molecole alle ricerche in corso contro l’infezione Covid-19.

Il contributo scientifico del laboratorio Neuromed, che da anni studia gli sfingolipidi nell’ambito delle patologie neurologiche, è stato pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica British Medical Journal come risposta a un articolo nel quale venivano esaminate le diverse strade terapeutiche attualmente in sperimentazione.

“Gli sfingolipidi – dice Alba Di Pardo – sono molecole già utilizzate nell’ambito di diverse patologie tra cui quelle neurologiche e neurodegenerative, ma le conosciamo bene anche per la loro azione anti-infiammatoria e anti-coagulante. Questo è un dato interessante perché, nei pazienti di Covid-19 in cui la malattia si presenta in forma severa, può esserci uno scompenso respiratorio acuto (ARDS) causato da una risposta infiammatoria esagerata. Inoltre stanno emergendo prove secondo le quali il quadro clinico potrebbe essere ulteriormente aggravato da complicanze trombotiche. Proprio la possibilità di intervenire sugli aspetti dell’infiammazione e della coagulazione del sangue fa pensare che farmaci capaci di modulare gli sfingolipidi potrebbero avere un ruolo in questa epidemia”.

“Esistono in sperimentazione – aggiunge Vittorio Maglione – diversi farmaci con azione modulante sugli sfingolipidi, o altri che ne imitano i meccanismi biologici. Uno di loro è già in commercio per le patologie neurologiche. La nostra proposta è stata di considerare anche i meccanismi antinfiammatori e anticoagulanti in modo da ampliare le possibilità terapeutiche contro il coronavirus, in attesa del vaccino”.

“La pubblicazione di questo intervento su una rivista così autorevole come il BMJ – dice Giovanni de Gaetano, Presidente del Neuromed – sottolinea un concetto molto importante: la scienza è un campo aperto e trasversale, in cui le diverse discipline si confrontano e si scambiano idee continuamente. Naturalmente la complessità della ricerca medica impone un elevatissimo livello di specializzazione, ma lo scambio interdisciplinare rimane un motore importantissimo di idee innovative. Una visione che fa parte del codice genetico stesso del Neuromed”.

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