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Balneatori, Tartaglione pressa il governo: “Niente canone per il 2020 e proroga delle concessioni demaniali”

La parlamentare di FI interroga il ministro dello Sviluppo e chiede date e regole certe per la riapertura degli stabilimenti: “Tutelare la salute dei turisti e salvare il settore”


ROMA. Prevista dal Dpcm del 26 aprile scorso la riapertura, dal primo giugno, di ristoranti, bar e centri di bellezza, salvo modifiche in corsa, nulla ancora si conosce sulla questione della riattivazione degli stabilimenti balneari.
Ed ecco che la deputata molisana azzurra Annaelsa Tartaglio ha presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo in cui chiede lumi sulla questione, auspicando date certe e regole di sicurezza. Ma anche la proroga delle concessioni demaniali.

“Quali iniziative urgenti il governo intende adottare a sostegno delle attività di balneazione? Si ritiene di voler comunicare, nel dettaglio e quanto prima, ciò che ha inteso prevedere in vista della riapertura delle spiagge e degli stabilimenti balneari?”: chiede Tartaglione.

“Gli operatori del settore – spiega la parlamentare di FI – hanno l’assoluta necessità di conoscere, il prima possibile, non solo una data certa per il nuovo inizio, ma anche e soprattutto quali dovranno essere le regole da rispettare, per rendere fruibili gli stabilimenti agli avventori, rispettando le norme igieniche e il distanziamento sociale. Ciò consentirebbe ai titolari di cominciare i lavori di allestimento propedeutici alla riapertura e di predisporre tutto il necessario alla gestione della spiaggia e dei frequentatori”.

Fondamentale sarebbe poi definire presto pure modi e tempi di apertura dei confini regionali e dunque la potenziale movimentazione del flusso turistico verso altre regioni, in particolare da Nord verso Sud.

“È inoltre indispensabile – aggiunge l’esponente forzista – sollecitare le regioni al fine di prorogare le concessioni demaniali marittime al 2033, visto che in molti Comuni non sono ancora state rilasciate. Considerato poi lo stato di emergenza e il fatto che tali attività usufruiranno in maniera ridotta del bene di concessione, dovendo poi affrontare spese straordinarie e aggiuntive per l’acquisto di dispositivi di protezione e l’applicazione delle indicazioni imposte dal governo, credo sia giusto e doveroso annullare il canone demaniale marittimo dovuto per la stagione balneare 2020”.

“La tutela della salute dei cittadini che frequenteranno le spiagge quest’anno e la salvaguardia di un settore, come quello del turismo balneare, che rappresenta da sempre una colonna portante del nostro sistema e che rischia di essere travolto da una crisi irreversibile, – conclude – devono essere considerate le uniche e vere priorità”.

 

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