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Sanità nel post Covid, Saia: il Caracciolo centro regionale per il day e week surgery

La proposta dell’esponente del gruppo Nuovo Sogno Agnonese, che incalza il governatore e il commissario ad acta: tutti d’accordo per salvare l’ospedale altomolisano, ora i fatti


AGNONE. Il gruppo politico ‘Nuovo sogno agnonese’ guidato da Daniele Saia pensa al post Covid, in ordine alla riorganizzazione del sistema sanitario regionale. E rilancia sulla necessità del potenziamento dell’ospedale Caracciolo, oltre le dichiarazioni di intenti del governatore del Molise e del commissario ad acta che sembrano convergere sul mantenimento in vita del nosocomio altomolisano. Di qui l’appello: “Ora i fatti”. E la proposta per rendere la struttura un hub regionale per il day e week surgery.

“Il Presidente della Regione Molise, Donato Toma, – si legge in una nota – più volte, e anche nell’ultimo Consiglio regionale, ha ribadito che l’ospedale delle zone interne dell’Alto Molise va inquadrato come struttura di area disagiata e, quindi, va potenziato. Il Commissario della Sanità, Angelo Giustini, è sulla stessa linea e ha comunicato che da mesi sta trattando con l’Abruzzo per un accordo di confine per gli ospedali di Castel di Sangro e di Agnone. La linea sembra, almeno sulla carta, marcata, ma mancano i fatti, ovvero gli atti concreti per dare attuazione alle promesse e garantire le cure alle popolazioni delle aree interne della provincia di Isernia”.

“Invece, – incalza saia – si continua a depauperare la struttura altomolisana: il personale che va in pensione, si chiude la day surgery perché va in pensione l’ultima anestesista della struttura che non viene rimpiazzata, e si chiede al personale del reparto di trasferirsi in altri reparti di ospedali molisani”.

“Dopo l’emergenza Covid-19 – la richiesta – si può e si deve ridisegnare la mappa della sanità nella Regione, sanando le sacche di inefficienza e di disuguaglianza anche di tipo socio-economico. Con i tagli al ‘Caracciolo’ l’alto Molise ha perso oltre 400 posti di lavoro, tra diretti e indiretti, che hanno inciso in modo pesantissimo su tutti i centri del territorio. Ma una cosa deve essere chiara a chi governa: senza l’alto Molise, non esiste più la provincia di Isernia e neanche l’autonomia regionale. Per questo, gli interventi devono essere efficaci ma, soprattutto, urgenti. Ogni anno che passa accorcia la distanza con il vicinissimo punto di non ritorno. La geografia sanitaria va ripensata. Quello che oggi fanno alcune ‘clinichette’ private, ad esempio, – affonda critico Saia – si può e si deve riportare in house, e non solo ad Agnone, che potrebbe diventare hub regionale per il day e week surgery perché ha le più moderne sale operatorie della regione e un laboratorio di analisi di ottimo livello”.

“I molisani si aspettano – conclude la nota – che la sanità pubblica torni ad essere centrale e accessibile, in termini di costi e di liste di attesa. Si prendano ad esempio le regioni all’avanguardia in questo settore, che hanno specializzato ogni struttura sul territorio, mentre il Molise continua a tenere centri di cure generici inefficienti e inefficaci”.

 

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