Isernia, la biblioteca Romano resta chiusa e gli studenti per strada, nonostante petizioni e decreti

La segnalazione viene proprio dai ragazzi, che si erano recati presso la struttura in orario d’apertura e si sono ritrovati senza un servizio già ampiamente richiesto e consentito


ISERNIA. La recente petizione lanciata dagli studenti al fine di vedere riaperte, come previsto dall’ultimo Dcpm, biblioteche e aule studio della città di Isernia, anche in previsione dell’imminente esame di maturità, per il momento sembra essere rimasta inascoltata.

“La mattina del 20 maggio avevo bisogno di un luogo dove concentrarmi per studiare e preparare la sessione estiva del mio primo anno accademico, ma quando sono arrivato davanti alla biblioteca comunale ‘Michele Romano’ ho trovato tutto tristemente chiuso senza alcun motivo apparente”, racconta infatti a isNews un giovane fuorisede isernino che in questi giorni, dato il periodo di lockdown, si trova in città. “Il decreto del 18 maggio aveva dato il via libera alla riapertura di questi servizi in tutta Italia, e sulla porta non c’era nessun cartello esplicativo, quindi mi è sembrato tutto molto strano e immotivato. Per ottenere dei chiarimenti, quindi, sono andato all’ufficio comunale dove i dipendenti mi hanno confermato che la biblioteca fosse effettivamente chiusa, ma non erano in grado di fornirmi né un motivo, né tantomeno una data di riapertura, nonostante gli facessi notare che le biblioteche d’Italia potessero già essere aperte da decreto”.

Il ragazzo non si è arreso e, con l’insistenza quasi testarda tipica della sua età, ha chiesto maggiori informazioni: i dipendenti lo indirizzano dal sindaco Giacomo d’Apollonio, già dichiaratosi in precedenza sensibile a questa problematica, che lo riceve dopo pochi minuti. “Il sindaco – racconta lo studente – mi dice di essere già a conoscenza del problema della carenza degli spazi studio, anche per via della petizione che gli era stata presentata in questi giorni. Mi ha illustrato le disposizioni igienico-organizzative del decreto, soffermandosi sulla difficoltà dell’attuazione di tali misure e sulla limitazione del numero massimo dei posti che il decreto impone; poi, dopo aver sentito l’ufficio competente, ha espresso la volontà di effettuare dei sopralluoghi per monitorare la situazione. Tuttavia non mi è stata fornita alcuna data riguardo l’eventuale apertura. L’incontro si è concluso con un invito da parte del sindaco ad un aggiornamento sulla situazione la prossima settimana, ma in realtà ho dovuto insistere molto per farmi dire una data. La situazione – conclude lo studente – è quindi alquanto complessa, e ad oggi non c’è una data per la riapertura delle biblioteche o di una qualunque aula studio, nonostante la maturità sia prossima e i numerosi studenti fuorisede tornati in città necessitino di questi spazi”.

“Con l’inizio della Fase Due era ovvio che nulla potesse tornare a pieno regime come un tempo, la notizia della mancata riapertura della biblioteca non può meravigliarci– commenta Pierluigi Paolino, uno dei portavoce degli studenti isernini nonché ideatore della petizione per la riapertura delle aule studio (che al momento ha superato le 450 firme, NdR). “Abbiamo lanciato una petizione al sindaco per attenzionare il problema della mancanza di luoghi dove studiare, perché quest’estate saremo veramente in tanti ad averne bisogno, visti i numerosi rientri, e dal momento in cui verranno riaperte le biblioteche i posti saranno limitati a causa delle disposizioni sul distanziamento sociale. Il nostro obiettivo – chiosa Paolino – non è quello di ottenere tutto e subito, ma di far sì che l’amministrazione, nel recepire i protocolli di sicurezza per le aule studio, trovi nel mentre delle soluzioni per ampliare il più possibile la disponibilità di postazioni per garantire a tutti il diritto allo studio”.

Anche Francesca Cinone, che con Paolino ha lanciato la petizione su Change, ha spiegato: “Ciò a cui bisogna pensare adesso, nel bel mezzo della fase due, è ripartire. Stiamo assistendo gradualmente ad una riapertura di quasi tutte le attività commerciali nonché ad una ripresa pseudo-normale della vita. A rimanere indietro però, come spesso accade nella nostra Italia, è l’istruzione. Come da decreto, le biblioteche hanno riaperto – o sono in procinto di riaprire – i battenti, per adesso quasi tutte esclusivamente per il prestito libri. Ma dalla prossima settimana la musica dovrebbe cambiare, poiché anche i posti a sedere dovrebbero ritornare ad essere garantiti agli studenti, con le dovute norme di sicurezza e distanziamento obbligatorie. Isernia anche dovrebbe ripartire, al passo con l’Italia stessa. E dovrebbe farlo non solo con la riapertura di bar, negozi, chiese e ristoranti, punti come altri di ritrovo dei cittadini. Ma dovrebbe farlo anche con le biblioteche e le aule studio. Isernia deve – e non dovrebbe – garantire per diritto dei posti a sedere sicuri, distanziati e monitorati nelle uniche due biblioteche presenti. Sarebbe necessario, inoltre, fornire anche un nuovo spazio adibito a luogo di studio, dal momento che la percentuale di studenti sul territorio è raddoppiata per l’emergenza sanitaria e per il rientro di numerosi fuorisede di Isernia. Gli studenti ci sono – conclude Cinone – e hanno solo bisogno di luoghi in cui preparare esami di stato e di laurea. Gli spazi esistono e hanno solo bisogno di essere aperti e utilizzati”.

Pietro Ranieri

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