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La partita decisiva sulla sanità molisana si gioca in 60 km: quelli che separano il Vietri dal Cardarelli

E’ la distanza che separa Larino da Campobasso: è quì si gioca il match decisivo per la riorganizzazione della rete ospedaliera in funzione dell’emergenza Covid in Molise. I protagonisti sono da una parte il Commissario ad acta Angelo Giustini che prosegue spedito sull’idea del Covid Hospital al Vietri e dall’altra il governatore Toma e il direttore generale dell’Asrem Florenzano, che puntano tutto sul presidio ospedaliero di contrada Tappino. Una sfida da Davide contro Golia che vede nel ruolo di spettatori i cittadini, preoccupati dall’evoluzione della pandemia e dal diritto alla salute che in regione è sempre più minacciato   


Davide Vitiello

CAMPOBASSO-LARINO. Sul riassetto della rete ospedaliera e sulla gestione dell’emergenza Covid in regione si registrano da tempo due posizioni diametralmente opposte, destinate a scontrarsi frontalmente: da una parte il governo regionale e i vertici Asrem che continuano a puntare sul Cardarelli di Campobasso come Centro Hub misto per pazienti Covid e non Covid e dall’altra il commissario ad acta Angelo Giustini che sta proseguendo sul percorso tracciato di separazione delle strutture ospedaliere e sul progetto di realizzazione di un Covid Hospital al Vietri di Larino, destinato a diventare nell’idea del generale un Centro di ricerca e cura per le malattie infettive con un bacino di utenza extra-regionale, proposta sulla quale si è espresso favorevolmente, all’unanimità, il consiglio comunale frentano e intorno a cui si sta registrando un ampio consenso da parte di partiti, comitati, associazioni e cittadini.

Al momento appare questa l’idea vista con maggiore favore anche dal Ministero della Salute e dopo il consenso del vice Ministro Perpaolo Sileri, nelle ultime ore sul progetto di Giustini si è registrato anche quello del capo della segreteria del Ministro Speranza, Massimo Paolucci, già deputato ed europarlamentare in quota LeU. Il lavoro di tessitura di Giustini giorno dopo giorno sta producendo risultati importanti, nonostante il mancato sostegno del governatore Toma e del direttore generale dell’Asrem Florenzano, che continuano a lavorare in una direzione parallela.

Si spiega in questi termini l’idea dello stesso Toma, rilanciata ieri dalle pagine di Primo Piano Molise, di realizzare una “torre” all’interno del Cardarelli, per consentire percorsi diversificati nella cura del coronavirus e delle patologie ordinarie.

Una proposta contro la quale si è scagliata la consigliera regionale del PD Micaela Fanelli, che ha chiesto al governatore di “fornire i dettagli, gli studi, le prove che tutto questo è possibile e sicuro. Perché – ha spiegato – per primi gli operatori, che lavorano e conoscono bene la struttura ed i suoi limiti strutturali, non credono possa essere una soluzione perseguibile”. E soprattutto “che ne è della soluzione principe, votata dal Consiglio regionale, per l’individuazione dell’ospedale Vietri di Larino come centro unico di riferimento? ha chiesto Fanelli, per la quale questa è l’ennesima conferma che “ogni decisione del Consiglio viene puntualmente bypassata. Ogni comunicazione, anche la più rilevante, la si rende fuori dalle sedi e senza confronto istituzionale. Il consiglio regionale, ma anche l’intera comunità regionale è tenuta all’oscuro delle decisioni più importanti per la salute pubblica.
Inoltre, mentre le altre regioni stanno già approntando precisi piani di monitoraggio ed assistenza per i pazienti guariti dal coronavirus che presentano un pericoloso strascico di conseguenze cliniche, cosa stanno facendo al riguardo Regione ed Asrem? Se ne occupa la medicina territoriale? È sufficiente?” … tanti interrogativi, incognite che avvolgono come una nebbia fitta la sanità molisana mentre “altre regioni – ha aggiunto l’ex segretaria del PD – stanno partendo i day-hospital multidisciplinari post-Covid e le evidenze raccolte sono utilizzate per impostare la ricerca su questi nuovi aspetti patologici, che colpiscono non solo i polmoni, ma numerosi altri organi. Perché in Molise – si è chiesta ancora Fanelli – non è ancora possibile offrire a coloro che hanno superato la fase critica ed infettiva un uguale percorso terapeutico post acuzie?”

Domande rispetto alle quali la consigliera regionale ha chiesto a Toma di “fornire chiarimenti e soluzioni ad un argomento non più rinviabile, sul quale anche il governo, nell’ultimo decreto, ha fissato un punto chiarissimo: non si può più procedere a vista” – ha concluso Fanelli.

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