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Covid Hospital al Vietri: la grande alleanza dei sindaci mette all’angolo l’Asrem

La lettera ‘bomba’ è firmata da almeno 120 primi cittadini delle due province. Le prime sottoscrizioni in calce all’appello sono quelle di Pino Puchetti di Larino e dei primi cittadini di Campobasso, Termoli e Isernia, Roberto Gravina, Francesco Roberti e Giacomo d’Apollonio. Un’alleanza che va oltre l’appartenenza ai singoli schieramenti politici


di Davide Vitiello

CAMPOBASSO. Una prova di forza che non ha precedenti nella storia del Molise e che isola ancora di più i vertici Asrem e il dg Florenzano, che come l’ultimo giapponese ostinato a portare avanti una guerra di fatto già persa, continua a sostenere che l’attivazione del Covid Hospital regionale al Vietri non sia fattibile. 

A rinfrescare la memoria del direttore generale dell’azienda sanitaria ci hanno pensato ancora una volta i sindaci e si sono uniti come mai prima d’ora era accaduto. Quelli di Larino, Campobasso, Isernia e Termoli sono i capofila di una lunga schiera di amministratori convinti che il progetto portato avanti dal commissario ad acta Giustini sia realizzabile e che la struttura ospedaliera frentana abbia tutti i requisiti per poter diventare un dipartimento extraregionale per la cura delle malattie infettive, e non solo un centro Covid.

“La sanità molisana – recita l’appello firmato dagli amministratori locali – ha subito negli ultimi decenni continui tagli alla rete ospedaliera che hanno penalizzato l’erogazione quali-quantitativa delle prestazioni, mettendo a repentaglio il rispetto dei livelli essenziali di assistenza. L’istituzione di un centro covid-19, esclusivamente dedicato a tale finalità nella regione Molise, rappresenterebbe senza dubbio un’inversione di tendenza per l’intero sistema sanitario regionale”.
“Allo stato attuale – spiegano i sindaci – i pazienti covid-19 della regione vengono ricoverati presso l’Hub Cardarelli di Campobasso, con percorsi separati dai pazienti non-covid”.

L’utilizzo di un’unica struttura destinata ad entrambe le attività – continuano – ha generato delle problematiche organizzative in Molise, come in tutta Italia, tra l’altro, evidenziate nella circolare del Ministero della Salute del 4 marzo scorso con la quale si sottolinea che l’ospedale misto risulta ingestibile e fortemente penalizzante per tutte le altre attività di cura dei pazienti e del personale ospedaliero”.

Alla luce di tale problematica i primi cittadini ricordano come il sindaco di Larino lo scorso 19 marzo abbia avanzato una proposta, sottoscritta da oltre 100 sindaci molisani, a sostegno della distinzione tra strutture ospedaliere ad attività Covid-19 e strutture destinate ad attività ordinarie di pronta emergenza;

Proposta raccolta dal consiglio regionale che lo scorso 6 aprile ha approvato una mozione che impegna il governatore Toma, in qualità di commissario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica, ad attivarsi, tra l’altro, affinché l‘ospedale di Larino venga destinato ad attività Covid-19 organizzando un laboratorio di biologia molecolare, e reparti di rianimazione e di malattie infettive;

Successivamente il commissario ad acta Angelo Giustini, con nota inviata ai vertici Asrem, ha proposto un progetto operativo per la realizzazione di un dipartimento regionale ed interregionale di malattie infettive al Vietri; elemento a cui ha fatto seguito l’istanza inviata al Ministro della Salute Roberto Speranza.

Pochi giorni dopo il sindaco di Campobasso Gravina ha denunciato, con una nota trasmessa allo stesso Ministro, la condizione di grave difficoltà che vive l’ospedale Cardarelli di Campobasso a causa della presenza di attività covid e non covid; tali criticità, come ricordano i sindaci, sono state segnalate con un appello a firma di tutti i primari del nosocomio regionale.

La cronistoria dei sindaci prosegue con l’indicazione delle deliberazioni prese dai consigli comunali di Larino e Campobasso, fino alle vicende degli ultimi giorni, per ribadire ancora una volta la strategicità dell’ospedale di Larino nell’ottica del progetto di attivazione del Covid Hospital e del Centro di ricerca e cura per le malattie infettive, disponendo tra l’altro di una superficie di oltre 3000 mq, di cui solo un terzo utilizzati per posti letto di RSA, Riabilitazione e UDI; della presenza di circa 150 posti letto dotati di ossigenoterapia e aspiratori predisposti; di 6 sale operatorie di cui una funzionante; dei servizi di radiologia in assenza di TAC; punto prelievi; ambulatori di cardiologia, di endoscopia, per le ulcere, di chirurgia e oculistica; poliambulatorio specialistico; centro antidiabetico; dialisi;

Inoltre, ricordano ancora i sindaci, per essere diviso in aree disponibili per oltre 1000 mq ciascuno, che a loro volta sono ulteriormente divisibili in 3 moduli autonomi e per avere un ingresso separato dalle attività erogate dall’ ospedale di comunità; per la presenza di camera iperbarica, di riferimento interregionale, che alla luce delle ultime ricerche, in assenza di vaccino, rappresenta attraverso l’ossigenoterapia iperbarica una valida cura per contrastare il virus covid-19.

“Alla luce di tutto questo – concludono i 120 primi cittadini – riteniamo che la struttura del Vietri sia idonea e coerente alle linee di indirizzo predisposte dal Ministero della Salute.”

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