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Piano Toma per riformare gli ospedali, Tedeschi: “Giù le mani dall’accordo di confine per il SS Rosario”

L’ex consigliere regionale difende i risultati raggiunti in ordine al ripristino dei servizi essenziali all’ospedale di Venafro. Ma nel progetto del governatore non ve n’è traccia: “Rispetti la volontà dei territori interessati”


VENAFRO. Sul riordino del sistema sanitario molisano, il governatore del Molise ha svelato i dettagli di un proprio piano di riorganizzazione della rete ospedaliera. Un progetto pronto per ogni evenienza. Anche se, di fatto, ad oggi i poteri sono nelle mani del Commissario.

Tuttavia, non è sfuggito all’ex consigliere regionale dei Popolari Antonio Tedeschi il ruolo di “presidio per la riabilitazione di III Livello” e “Casa della salute” eventualmente assegnato al Santissimo Rosario, per il quale tramonterebbe – nel Toma pensiero – l’idea di riattivazione dei reparti essenziali tramite Accordo di confine con la Campania.

Ed ecco che Tedeschi alza le barricate e incalza il governatore: “Rispetti la volontà dei territori interessati. Giù le mani dall’accordo di confine”.

“Ho letto con attenzione le notizie di stampa – scrive l’ex inquilino di palazzo D’Aimmo – circa il piano ideato dal nostro Governatore per riformare gli ospedali molisani. Con sorpresa ho notato che, nonostante le belle parole pronunciate dallo stesso Toma di fronte agli oltre 40 amministratori delle province di Isernia e Caserta, che io stesso avevo riunito poco più di un anno fa, non vi sono tracce del progetto di riattivazione dell’ospedale SS. Rosario di Venafro, quello che passa attraverso il raggiungimento di un accordo di confine con la Regione Campania. Per intenderci, il progetto che, da Consigliere regionale, ho promosso con l’intento di ripristinare all’interno della struttura venafrana servizi essenziali quali Pronto Soccorso, Rianimazione, Medicina, Chirurgia e Ortopedia e restituire a migliaia di cittadini il proprio punto di riferimento sanitario. Un impegno che, probabilmente, mi è costato molto caro politicamente. Ora scopriamo che nelle mire del presidente Toma ci sarebbe la riconversione del SS. Rosario in presidio per la riabilitazione di III Livello, nonché in una sorta di casa di riposo per anziani. Non è questo il futuro che immaginiamo per lo storico presidio venafrano. E non è questa la volontà del territorio. Toma ne prenda atto, non ostacoli l’accordo di confine. Si impegni, al contrario, a sostenere il lavoro che il Commissario ad acta per la Sanità molisana (cui è affidato il compito della programmazione in quanto il Molise ancora regione in piano di rientro) e la Direzione Generale per la Salute della Regione Campania stanno continuando, con convinzione, a portare avanti con l’intento di ottenere il via libera al progetto da parte del tavolo tecnico romano. Figure con le quali, anche da semplice cittadino, continuo ad interfacciarmi costantemente dimostrando che l’amore per il proprio territorio e per la collettività non è per forza legato a cariche istituzionali. Offrire un decoroso futuro al SS Rosario le cui sorti, nel piano di Toma, si intrecciano a quelle del Vietri di Larino, per il quale condivido la posizione del Commissario Giustini di trasformare il presidio in Centro Regionale per la cura delle malattie infettive, continua ad essere una missione alla quale non ho intenzione di rinunciare, dentro o fuori dal Consiglio regionale. Non posso sottrarmi alla palese volontà espressa dalle amministrazioni comunali interessate in rappresentanza dei propri territori. Non dovrebbero farlo neanche le massime cariche istituzionali regionali, chiamate ad ascoltare e rispettare le esigenze della collettività e non dei singoli con il rischio, poi, di scivolare in fondo alle classifiche di gradimento dei propri cittadini elettori e fare i salti mortali per tentare di tenere unite le varie anime di una maggioranza lacerata da decisioni individualistiche ed autoreferenziali”.

 

 

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