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Isernia, al via la Fase 2 post Covid: nasce ‘l’Area grigia’, sei posti letto al Veneziale

Per ridurre i pericoli di contagio nei vari reparti, l’area al 2° Piano del DEA accoglie tutti i pazienti di cui è previsto il ricovero in ospedale, ma che sono in attesa dell’esito del tampone praticato in Pronto Soccorso. Solo dopo l’esito negativo del test, avverrà il ricovero nei reparti di competenza, dove però manca il personale e quindi, il “lavoro in tal modo, raddoppia”


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Luci e qualche ombra sulla Fase dell’emergenza sanitaria, dopo la recente istituzione, da parte dell’Asrem, della cosiddetta ‘Area grigia’ presso l’ospedale ‘Veneziale’ di Isernia.

Su proposta del responsabile del Pronto Soccorso, Lucio Pastore, sono stati creati 6 posti letto di Area grigia multidisciplinare al secondo piano del DEA (la parte dell’ospedale dove si trova appunto il Pronto Soccorso), precisamente nei locali in cui c’era fino a poco tempo il vecchio reparto di Oculistica, trasferito invece nell’ex Neurofisiopatologia.

L’Area grigia era stata sollecitata nel pieno dell’emergenza Covid, a metà marzo, per evitare sovraffollamenti a rischio contagio per pazienti e operatori del reparto d’emergenza, ma è stata attivata dopo oltre due mesi.

Il suo scopo è quello di accogliere i pazienti che necessitano di essere ricoverati nei vari reparti. Persone in attesa dell’esito del tampone (circa 20-24 ore) in cui la situazione clinica non presenti sintomi compatibili o sospetti con quelli del coronavirus, evitando così di intasare nel frattempo il Pronto Soccorso. Una soluzione già adoperata in diverse regioni d’Italia, dalla Puglia all’Abruzzo, fino alla Lombardia. Con questa ‘valvola di sfogo’, in pratica, si vuole evitare che possibili casi Covid possano tornare a casa o transitare in altri reparti virus free, finendo per contagiare altre persone. Anche in caso di tampone negativo, se i medici dovessero rilevare delle anomalie nel quadro clinico il paziente verrà trattenuto per ulteriori accertamenti per poi essere trasferito nel reparto competente. L’Area grigia è dunque una sorta di zona cuscinetto con finalità provvisoria in fase di emergenza, con posti letto riservati, dove i pazienti vengono curati da personale infermieristico dedicato e dai medici delle varie Unità operative di competenza.

Non essendo mai stata attivata nel Pronto Soccorso di Isernia una Osservazione Breve (OBI), nei fatti, la nuova ‘creatura’ diventa una sorta di estensione degli altri reparti, con pazienti in attesa dell’esito tampone. Gli utenti che vi afferiscono fanno riferimento a Ortopedia, Oncologia, Pediatria, Chirurgia e Medicina, reparto quest’ultimo tra i più sovraccarichi in termini di posti letto disponibili e di personale in servizio, con soli 5 medici sui 12 previsti, di cui gli ultimi quattro recentemente andati via (pensionamenti, trasferimenti, malattie).

Sul raccordo tra la Medicina e l’Area grigia isNews ha sentito il primario, la dottoressa Cecilia Politi. La direttrice ritiene una soluzione sicuramente “idonea” quella di istituire l’Area grigia multidisciplinare: “Si tratta – ha dichiarato – di una scelta adottata nell’ottica di ottimizzazione delle cure, assicurando la protezione del paziente in primis, ma anche del personale sanitario”. Certamente, spiega sempre Politi, la principale difficoltà organizzativa, almeno in questa fase iniziale, dipende dall’assenza di personale medico dedicato, che costringe i dirigenti medici a fare su e giù tra i propri reparti di competenza e l’Area grigia, con conseguente aumento dei carichi di lavoro. “Tutti i medici che sono indispensabili per il funzionamento ottimale del mio reparto – ha aggiunto il primario di Medicina – dovranno essere assunti mediante concorso, dunque i tempi saranno sicuramente non immediati. L’emergenza Covid ha chiarito a tutti che è indispensabile potenziare le strutture pubbliche – e quindi anche l’ospedale di Isernia – in tutti i reparti in cui vi sono carenze e a maggior ragione ora, che c’è da ‘coprire’ anche l’Area grigia”.

A rendere più gravoso il lavoro, come appreso da isNews da altre fonti ospedaliere, è anche la mancanza di una struttura di lungodegenza che accolga i pazienti nella fase di dimissione post acuzie.

Con soli 6 posti letto, poi, è facile che si intasi presto anche l’Area grigia multidisciplinare e, in tal caso, il paziente che sia risultato no Covid resterebbe ‘parcheggiato’ lì in attesa che si liberi un posto letto in reparto.

 

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