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Ripartenza scuole a settembre: caos e polemiche contro il ministro Azzolina. I sindacati: “Senza investimenti sarà battaglia”

In atto un confronto serrato tra governo, organizzazioni sindacali e autonomie locali. L’incertezza sui tempi della riapertura, così come il caos sui concorsi e sulla graduatorie, sta scatenando proteste in tutta Italia. Ieri a Roma l’ennesimo incontro nel quale i sindacati, tra cui la Flc Cgil, hanno chiesto lo stanziamento di maggiori investimenti per garantire la riapertura in sicurezza. Il timore è che il protrarsi di questa situazione di incertezza possa accentuare le disuguaglianze tra aree geografiche e penalizzare le realtà delle regioni più piccole e marginali, come il Molise


CAMPOBASSO.  Nelle linee guida per il ritorno a scuola a settembre, presentate dalla ministra Lucia Azzolina, si è parlato di spazi alternativi per lo svolgimento delle lezioni in sicurezza, come palestre, parchi, cinema, teatri e musei. Idee che hanno scatenato un’ondata di polemiche. 

Ieri a Roma si è svolto l’incontro interlocutorio con all’ordine del giorno proprio il piano nazionale per le riaperture. Erano presenti i sindacati rappresentativi del personale della scuola e della dirigenza del settore “Istruzione e Ricerca”, i direttori generali di tutti gli uffici scolastici regionali, i capi dipartimento e l’ufficio di Gabinetto del Ministro.

La FLC CGIL ha posto all’attenzione del Ministra Azzolina la necessità di un piano pluriennale di investimenti, tenuto conto che c’è forte per l’enorme carico di responsabilità che incombe sulle autonomie scolastiche a causa di un piano nazionale destinato a creare forti disuguaglianze tra realtà geografiche e istituzioni scolastiche, con le differenze già evidenziate nella fase del lockdown.

Secondo la Flc Cgil c’è il rischio concreto che regioni come il Molise possano essere ulteriormente penalizzate già a partire dal prossimo anno.
!La scuola – sostiene il sindacato – ha bisogno dell’estensione del tempo pieno, di eliminare le classi pollaio, di estendere l’obbligo scolastico riconoscendo il diritto di tutte le bambine e i bambini a un’istruzione pubblica, laica, gratuita.
La scuola – continua la Flc – ha bisogno di un’edilizia rinnovata e di liberarsi dagli adempimenti che non riguardano direttamente la didattica e la riducono a centro amministrativo. Ha bisogno di stipendi di livello europeo ma, soprattutto, di avere tutto il personale al proprio posto dal 1° settembre”. Per la Cgil “la ripartenza non può che essere la premessa di tutti questi obiettivi, con risorse e spazi adeguati reperiti dallo Stato e dagli enti locali.
Siamo impegnati – aggiunge il sindacato – perché la scuola ripara da subito in presenza, ma non intendiamo assecondare strade che non prevedano stanziamenti aggiuntivi. Più scuola, più personale, più investimenti” – è la proposta avanzata al Ministro. “Se non dovessimo essere ascoltati – conclude la Flc Cgil – allora non ci resterà che un’unica soluzione: la battaglia per una scuola statale rinnovata che torni ad essere più forte del periodo pre-pandemia”.

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