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Mozione di sfiducia a Toma, i voti non ci sono. L’accordo che blinda la maggioranza

Il capogruppo del M5s Andrea Greco, che ha aperto il dibattito, ha attaccato il governatore sul piano amministrativo e sul piano politico. Invitando alla rescissione anticipata della legislatura. Ma alla fine i voti sul tentativo di ‘ribaltone’ dovrebbero restare 8, visto che anche Michele Iorio ha annunciato che si asterrà


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Sfiducia a Donato Toma, iniziato il dibattito in Consiglio regionale sulla mozione con cui M5s e Partito democratico stanno tentando di far ‘cadere’ il governatore e rimandare i cittadini alle urne, a poco più di due anni dall’inizio della legislatura.

Una conta dei voti dall’esito annunciato, visto l’accordo dell’ultima ora nella maggioranza, con il possibile turn-over di Aida Romagnuolo, in rappresentanza del cosiddetto Polo civico, al posto del leghista Michele Marone. E il passaggio di testimone, da capire se già nell’immediato, tra Roberto Di Baggio di Fi e Quintino Pallante di Fratelli d’Italia. Il primo promosso assessore, il secondo ‘retrocesso’ sottosegretario. Con Salvatore Micone che punta a blindare per 5 anni la poltrona di presidente del Consiglio, Mena Calenda indicata come vice presidente del Consiglio e Gianluca Cefaratti presidente di commissione. 

Mentre sono in corso gli interventi dei consiglieri di minoranza, il primo a prendere la parola il capogruppo del M5s Andrea Greco, si fanno già i pronostici sull’esito del voto: 8 voti in favore, 11 voti contrari (Toma con tutta probabilità non dovrebbe votare), 1 astenuto, l’ex governatore Michele Iorio, da tempo fuori dalla maggioranza.

Nelle parole di Andrea Greco un attacco sul piano politico e amministrativo al presidente della Regione e l’invito a risolvere anticipatamente la legislatura e rimandare i cittadini al voto. Dura la contestazione della gestione dell’emergenza sanitaria e della conflittualità con i commissari ad acta, sul “conflitto di interesse con un vostro alleato alle elezioni”.

“Toma ha dimostrato di non riuscire a tenere coesa la maggioranza – ha detto Greco – più volte ha sfiduciato membri della sua stessa coalizione portando alla paralisi dell’attività del Consiglio”. Quindi il riferimento ai rimpasti di Giunta, l’ultimo recentissimo, alla “nomina flash ad assessore del suo segretario”, fatta da un presidente “che vive nella sua torre d’avorio di via Genova, da dove emana editti”.

“Abbiamo vissuto due anni di mancata amministrazione che rischiano di far perdere la corsa al Molise – ha aggiunto il capogruppo del Pd Micaela Fanelli – spero in un cambio di rotta rispetto a una visione centralistica e dispotica del presidente della Regione. Non c’è innovazione, non c’è visione, così come è accaduto nella gestione dell’emergenza Covid – ha aggiunto la dem – O torniamo a casa, e me lo auguro, o cambiamo totalmente rotta, altrimenti la sfiducia arriva al termine dei 5 anni”.

Fanelli ha quindi espresso il suo favore all’eventuale nomina in Giunta di Aida Romagnuolo, per il rispetto della parità di genere “pur non avendo nulla di personale nei confronti dell’assessore Marone, persona amabilissima”.

A schierarsi in favore di Toma i consiglieri di maggioranza, anche quelli che avevano preso le distanze rispetto al suo operato. “Non credo sia giusto abbandonare la nave quando è in pericolo – ha detto Andrea Di Lucente, dei Popolari per l’Italia – ma questa non è la stagione giusta per paralizzare l’attività amministrativa. Siamo contro la sfiducia, in favore di una ricucitura della maggioranza”.

Un po’ diversa la posizione di Gianluca Cefaratti, di Orgoglio Molise, che ha puntato il dito su “una struttura amministrativa che dovrebbe essere il braccio operativo della politica ma che non funziona, perché il Molise ha bisogno di dirigenti più capaci”. E che rinnovando la fiducia al presidente Toma, “del quale non sempre ho condiviso l’operato”,  ha invitato a un cambio di passo, a un maggiore confronto in maggioranza, appello rivolto non solo al governatore, ma anche agli assessori.

Molto atteso l’intervento di Michele Iorio, che ha annunciato il voto di astensione. “Da tempo ho preso le distanze da questa maggioranza, votando anche con l’opposizione sulle cose ritenuti utili per il Molise”, ha detto l’ex governatore, esponendo la sua critica sulla questione dell’abrogazione della legge sulle surroghe, da lui mai votata, ha precisato “ma che è stata gestita in maniera sbagliata, tale da generare una fase disgregativa nella maggioranza”.

Al contrario, Iorio ha detto di aver condiviso alcuni dei passaggi della mozione di sfiducia, a partire dal ridimensionamento del ruolo del Consiglio regionale, “dove si verificano grandi contrasti su cose che non interessano la gente”. Non un voto di sfiducia dunque, e l’invito a Toma “a fare una riflessione seria”, che porti a un cambio di marcia. Dibattito in pieno svolgimento e discussione che si annuncia ancora lunga, ma esito ormai scontato: la bocciatura della mozione di sfiducia.

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