HomeSenza categoriaRimpasto di Giunta, summit di maggioranza: ipotesi ‘staffetta’ Pallante-Romagnuolo

Rimpasto di Giunta, summit di maggioranza: ipotesi ‘staffetta’ Pallante-Romagnuolo

Dalla riunione di maggioranza di questa sera. L’esterno Michele Marone visto sempre vicino alla revoca


CAMPOBASSO. Un consigliere eletto al posto dell’assessore esterno. La maggioranza regionale spinge per questa soluzione, che significa revoca dell’incarico per il leghista Michele Marone. Per il resto l’accordo non c’è, anche se non c’è stata neppure la spaccatura che era stata ipotizzata.

Domani il governatore Donato Toma dovrebbe presentarsi in Consiglio regionale affiancato dall’attuale compagine di assessori, con il turn-over nell’esecutivo che potrebbe poi arrivare a stretto giro di posta. E con una nuova ipotesi che emerge, accanto a quella di Aida Romagnuolo assessore al posto dell’esterno Marone. Difeso a spada tratta da Matteo Salvini. 

L’altro scenario individuato è quello di Quintino Pallante, di Fratelli d’Italia, assessore al posto di Marone, che resta in ogni caso l’agnello sacrificale, e la Romagnuolo al suo posto nell’incarico di sottosegretario. Soluzione che fa storcere il naso alla fondatrice di ‘Prima il Molise’, ma che appare più gradita a Forza Italia, chiusa a riccio contro ogni ipotesi di cedere uno dei due posti nell’esecutivo, quello di Roberto Di Baggio, allo stesso Pallante.

Ancora da scogliere tuttavia la riserva da parte dei componenti del cosiddetto Polo civico (Salvatore Micone, Aida Romagnuolo, Mena Calenda, Gianluca Cefaratti, Andrea Di Lucente e Armandino D’Egidio), secondo alcuni rumors pronti anche a smarcarsi dal governatore e a concedere l’appoggio esterno.

Ma un altro rimpasto dovrebbe essere in arrivo, dopo l’azzeramento e la ricomposizione dell’esecutivo, intervallati ‘dall’interregno’ di Maurizio Tiberio e che si completerà a novembre, al turn-over di metà legislatura. Quando si rimetterà in gioco anche la poltrona di presidente del Consiglio, con Micone intenzionato a succedere a se stesso. Blindando l’incarico fino a fine mandato.

Donato Toma del resto si è detto disponibile a rimettere mano all’organigramma di governo in caso di accordo sottoscritto da tutti e 11 i componenti della coalizione. Gli stessi che hanno votato contro la mozione che avrebbe mandato a casa lui e tutti gli altri, uniti in una sorta di giuramento di fiducia. Che per ora non c’è.

C.S.

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