La Uil ‘striglia’ la Regione: “Le fasce deboli dimenticate”. E invoca un Piano per la non autosufficienza

La segretaria Boccardo fotografa la situazione post-Covid e chiede la garanzia per l’intero territorio molisano di “un livello di prestazioni socio sanitarie e socio assistenziali uniformi”. E chiama in causa anche i Comuni


CAMPOBASSO. “L’emergenza Covid ha, purtroppo, offuscato la grande piaga della povertà e della non autosufficienza, che la pandemia ha spesso contribuito ad aumentare”: parte da tale assunto la segretaria della Uil Molise Tecla Boccardo, per invocare da parte della Regione “un livello di prestazioni socio sanitarie e socio assistenziali uniformi” sull’intero territorio.

“Già da quando fummo convocati in Regione – afferma Boccardo – per discutere del bilancio regionale, evidenziammo la carenza di risorse su questi due temi, ma purtroppo non abbiamo visto correttivi nella forma e nella sostanza”.

“A livello nazionale si stanno programmando tavoli di confronto sulla non autosufficienza al fine di evidenziare le criticità del sistema sociale, così che si arrivi in tempi brevi alla creazione di correttivi. Adesso la questione, non è più rinviabile neppure qui da noi. Ci piacerebbe che la Regione recuperasse il ruolo di coordinamento che gli compete per monitorare in maniera continua le difficoltà dei meno abbienti, garantendo su tutto il territorio regionale un livello di prestazioni socio sanitarie e socio assistenziali uniformi. Auspichiamo che in questa partita entrino in gioco anche i Comuni, a cui chiediamo di avere un ruolo dinamico e di stimolo, per contribuire ad avviare i vari piani attraverso gli Ambiti territoriali e gli uffici competenti”.

“Bisogna ricordare – prosegue la sindacalista – che secondo i dati Istat la condizione sociale degli anziani residenti nei comuni della nostra regione presenta rilevanti criticità dovute a carenza di servizi pubblici offerti, spesa sociale molto bassa, condizioni di salute non pienamente sufficienti, a cui si aggiungono un basso livello di reddito, anche da pensione, e sarebbe opportuno che anche i comuni della nostra regione destinino più risorse per la spesa sociale”.

“Alla luce di queste evidenti criticità, chiediamo un Piano Regionale per la non autosufficienza e l’istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza alimentato dalle risorse nazionali e da risorse regionali, non inferiori al finanziamento proveniente dallo Stato. Interventi aggiuntivi rispetto ai pochi finanziamenti destinati attualmente per coprire i costi di servizi e prestazioni per le persone non autosufficienti, disabili e anziani”.

“Stiamo assistendo a continui tagli alla spesa per il sociale, che denota una scarsa attenzione alle fasce deboli. E, senza giri di parole, a essere colpiti sono anche i ceti che un tempo definivamo ‘medi’ ma che oggi cominciano a essere a rischio povertà, visto che con gli stipendi o con gli ammortizzatori sociali percepiti, fanno fatica ad arrivare alla metà del mese, altro che fine!”

“La politica prima di tutto a questo dovrebbe guardare: alla dignità, al benessere sociale e ai diritti dei cittadini. Noi oggi riscontriamo troppo disinteresse a riguardo e quando a esser colpiti sono i più fragili, non ci stiamo. Disoccupati, anziani, non autosufficienti e giovani stanno pagando un prezzo ancora più alto ai tempi del Covid, ma non vediamo una minima idea e proposta a riguardo. La civiltà di un popolo e di chi lo governa, – conclude – si misura principalmente da come ci si pone e si interviene a sostegno dei più deboli.”

 

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