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Famiglie con persone non autosufficienti allo stremo ma dal Consiglio regionale non arrivano risposte

Carenze e ritardi nell’erogazione dei fondi regionali. Un grido d’allarme già lanciato in più occasioni dalle associazioni del Terzo Settore. Oggi il tema è approdato a Palazzo D’Aimmo ma, come al solito, ci si è limitati solo a scambi di accuse e generici impegni. Toma: “Sull’attribuzione delle risorse dovremmo fare delle scelte e indicare le priorità su cui intervenire”. L’aula ha poi approvato a maggioranza un ordine del giorno a firma di Filomena Calenda mentre ha respinto due mozioni presentate dai 5 Stelle


CAMPOBASSO. Ultimo Consiglio regionale prima della pausa di Ferragosto con al centro un problema che investe in pieno migliaia di famiglie con persone non autosufficienti, penalizzate dalle carenze e dai ritardi legati all’attribuzione del relativo fondo regionale, oltre che dall’emergenza sanitaria in atto e dalle difficoltà di accedere alle cure, i cui costi molto spesso sono insostenibili. 

Sono tre le mozioni presentate sull’argomento, una a firma della presidente della IV Commissione consiliare Filomena Calenda, approvata a maggioranza dall’aula, e due da parte dei consiglieri Patrizia Manzo e Angelo Primiani del Movimento 5 Stelle. In apertura dei lavori la consigliera di maggioranza Calenda ha presentato un ordine del giorno che impegna il presidente della Giunta e l’assessore alle Politiche sociali, Michele Marone, “a porre in essere tutte le azioni necessarie per individuare i fondi necessari a soddisfare il maggior numero di richieste possibili, anche mediante la ripartizione dei finanziamenti previsti dal Decreto rilancio”.

L’ordine del giorno trae spunto dall’esito del confronto con i rappresentanti del Terzo Settore, che hanno denunciato l’esiguità delle risorse finanziarie, che non consentono di soddisfare tutte le richieste presentate dai cittadini e dalle famiglie molisane. Per quanto riguarda il tema della valutazione, vengono contestati i tempi di definizione delle procedure che risultano ancora eccessivamente lunghi e non compatibili con le necessità di una platea di richiedenti che molto spesso versa in condizioni di estrema fragilità.

Filomena Calenda ha posto anche un altro problema, che riguarda l’assenza del cofinanziamento regionale di 400mila euro inizialmente previsto dalla deliberazione di giunta regionale n.79 del 6 marzo scorso con cui è stato approvato il programma per la non autosufficienza 2019-2021. “Un’esiguità di risorse che – ha concluso Calenda – consentirà presumibilmente di soddisfare meno della metà delle istanze prodotte dai cittadini disabili”.

Sullo stesso tema, come annunciato, sono stati presentati altri due ordini del giorni firmati dai consiglieri 5 Stelle Manzo e Primiani, entrambi respinti. I due esponenti di minoranza hanno tra l’altro puntato l’attenzione sulla mancata istituzione della Consulta per le politiche sociali, organo di raccordo tra la Regione e le professionalità che operano in ambito socio-assistenziale, il cui ruolo è strategico per individuare gli interventi da adottare nel campo dell’integrazione socio-sanitaria.

In proposito in 25 mesi, hanno denunciato Manzo e Primiani, “non è stato compiuto alcun passo in avanti” e per questo i due consiglieri hanno chiesto l’impegno diretto del governatore.

Intanto dall’assessore Michele Marone è arrivata una sostanziale ammissione della preoccupante realtà che vive il settore del welfare regionale, e un generico impegno a garantire una copertura del cofinanziamento regionale previsto nell’ambito del Fna 2019-2021.

“I fondi – ha assicurato il governatore Toma – in bilancio ci sono e saranno erogati ma non serviranno a coprire tutte le situazioni di emergenza. Dovremmo fare delle scelte e indicare delle priorità”, ha concluso. 

 

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