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Il bonus dei 600 euro frantuma il Movimento: Greco scarica Gravina, sindaco sempre più isolato

Il portavoce dei Cinque Stelle in Consiglio regionale rompe gli indugi e interviene sul caso che ha indignato l’opinione pubblica. E affonda: “Aspettavo le scuse pubbliche nei confronti dei cittadini, che però non sono arrivate”


CAMPOBASSO. Restava in silenzio – dice – in attesa di scuse mai arrivate. E oggi rompe gli indugi e interviene sul caso del bonus da 600 euro percepito da molti esponenti della vita pubblica del Paese, sindaco di Campobasso in testa. Si tratta del consigliere regionale pentastellato Andrea Greco che, con un post su Facebook, ci va giù duro: “Non si può difendere l’indifendibile”, afferma.

E poi espone il suo amaro punto di vista.

“Il mio silenzio sulla vicenda del bonus Covid da 600 euro ha una sola motivazione: – spiega l’esponente di spicco del Movimento molisano – aspettare le scuse pubbliche di alcuni portavoce nei confronti dei cittadini. Scuse che ad oggi, però, non sono arrivate neanche da rappresentanti delle istituzioni che ‘militano’ nel MoVimento. Di conseguenza, trovo giusto raccontarvi ciò che penso nonostante le dita sulla tastiera pesano come macigni, ma Pertini avvertiva che ‘la coerenza è comportarsi come si è, non come si è deciso di essere’”.

“Prima di ogni doverosa riflessione, – prosegue Greco – voglio dire che la politica è quel mondo strano dove spesso tutti accorrono quando ci sono momenti belli, mentre tutti fuggono di fronte alle fisiologiche difficoltà. Non intendo farlo, per onestà intellettuale e per il fatto che io sono stato una delle persone che accanto a Roberto Gravina ci ha messo la faccia chiedendovi fiducia. Per cui regola numero uno: non si scappa di fronte ad un fatto simile. Le prime cose da fare sono piuttosto chinare il capo, cospargerselo di cenere e chiedere scusa, cosa che tutti ci aspettavamo di sentire”.

“Senza giri di parole – argomenta il pentastellato – non mi è piaciuto leggere il suo nome tra i beneficiari di quella misura di sostegno al reddito. Un fatto che mi sarei aspettato da un qualsiasi esponente della Lega, da un sindaco del PD, non certo da una persona dalle spiccate qualità umane come Roberto. Il bonus di cui tanto si parla in questi giorni era destinato a liberi professionisti davvero in difficoltà, i quali hanno subito un calo del fatturato di certo non dovuto a un loro eventuale secondo impiego, tra l’altro ben retribuito come quello da sindaco di Campobasso. Parliamo di una misura pensata e voluta dal Governo in un momento di straordinaria difficoltà e che, come detto dall’amico e ministro Luigi Di Maio, serviva per mettere al sicuro chi da un momento all’altro si trovava ad affrontare un’emergenza sanitaria ed economica col rischio di non percepire alcun reddito. Certo, la legge permetteva di percepire il bonus anche a politici e amministratori locali, ma un passo indietro in tal senso sarebbe stato certamente gradito a tutti, durante una pandemia. Un dovuto passo indietro che, a differenza di altri, hanno fatto i miei colleghi Vittorio Nola e Valerio Fontana, possibili percettori del bonus”.

“La verità – ancora Greco – è che ognuno sceglie i propri modelli di riferimento, e il MoVimento 5 Stelle fonda le sue radici e il suo successo su comportamenti diametralmente opposti a questi. Se dovessi smettere di indignarmi per questi accadimenti dovrei smettere di fare politica, con tutto che c’è una differenza abissale tra un amministratore locale e un deputato, o un assessore regionale.
Non chiedetemi quali saranno le conseguenze di tutto ciò, – conclude – perché il MoVimento ha organi preposti a vagliare queste situazioni. Quello che posso dire è che questo maledetto Covid ci ha portato via tante cose, ma non gli permetterò di portarci via i nostri ideali fondanti e i nostri sogni, né lo permetterò ai detrattori e parassiti che vogliono vederci scomparire, perché sono gli stessi che la nostra terra se la sono sbranata”.

La ‘bocciatura’ di Greco, da quanto si apprende, sarà seguita nelle prossime ore anche da altre prese di distanza da parte di esponenti di spicco del Movimento: un segnale sempre più evidente dell’isolamento in cui si è cacciato, da solo, il sindaco di Campobasso.

 

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