Isernia, il Consiglio provinciale si appella a Toma: riaprire subito il Presidio turistico

L’assise unanime: dal Musec all’Osservatorio astronomico, necessario far ripartire le cinque articolazioni culturali dell’ente di via Berta


ISERNIA. Un appello forte e condiviso all’unanimità, quello scaturito dal Consiglio provinciale di giovedì sera, 27 agosto, sulla revoca del protocollo d’intesa tra Regione e Provincia per l’istituzione del presidio turistico e culturale nelle sue cinque articolazioni (Presidio medesimo, biblioteca ‘Mommsen’, Osservatorio astronomico di San Pietro Avellana, Museo dei Costumi e Centro europeo di ricerche preistoriche).

Dal 4 giugno scorso, nell’estate con il più alto afflusso di turisti in Molise che si ricordi a memoria d’uomo, le cinque strutture sono inaccessibili al pubblico, con una forte sollevazione, a livello politico e anche via social, per far tornare la Regione sui suoi passi, visto che i costi di gestione del personale per tenere in vita il Presidio ammontano a soli 65mila euro l’anno.

L’assise di via Berta, dunque, ha affrontato il problema a 360 gradi. Il consigliere del Pd Cristofaro Carrino, promotore dell’ordine del giorno ad hoc insieme a Pierluigi Pacitti, ha ricostruito minuziosamente l’iter che portato alla nascita del Musec, autentico gioiellino con la collezione privata di Antonio Scasserra, direttore scientifico del Museo, composta da 40 costumi interi originali, 1.200 pezzi di oreficeria popolare realizzati dalle botteghe artigiane di Agnone, documenti antichi e gigantografie dell’archivio fotografico Trombetta. L’esponente Dem ha sottolineato come sia necessario salvaguardare quanto fatto da chi ha lavorato “prima di noi”, a prescindere dal colore politico. “Sono rammaricato a livello politico e personale per gli attacchi ricevuti da Toma e Cotugno – ha detto – ma occorre tirare dritto verso l’obiettivo condiviso, per l’interesse generale”.

Carrino ha anche ricordato come l’impoverimento della provincia di Isernia sia sotto gli occhi di tutti, da anni. Se a Campobasso c’è la Fondazione Molise Cultura e il Teatro Savoia che beneficiano di ingenti risorse, se a Termoli c’è l’Azienda speciale di Soggiorno e Turismo che comunque non viene trascurata dalle istituzioni, Isernia non può essere dimenticata e necessita di investimenti stabili per il turismo e la cultura. Occorre, dunque, un riequilibrio in termini di attenzione e risorse, visto che, come sottolineato dal presidente Alfredo Ricci, tenere chiuso un osservatorio astronomico per mesi, per fare un esempio, richiede una manutenzione straordinaria che comunque comporta delle spese aggiuntive e impreviste di cui “non possiamo farci carico da soli”

Dopo qualche schermaglia tra maggioranza e opposizione, alla fine l’intero consesso ha espresso fermamente la volontà che le cinque strutture culturali restino in provincia d’Isernia e, soprattutto, riaprano al pubblico. L’intento è quello di fare pressing sul governatore Donato Toma affinché firmi subito un nuovo protocollo con la Provincia e trovi le risorse per assicurare la gestione delle strutture.

Ricci, in particolare, ha ribadito il proprio personale interesse a portare a casa il risultato nonostante le polemiche “innescate da qualche personaggio”. Ma ciò che deve prevalere è l’unità di intenti per riaprire subito tutto. Con una postilla non di poco conto: il Presidio turistico e culturale provinciale va istituzionalizzato con i fondi necessari, assicurandone così la funzionalità per un periodo congruo, di almeno 3-5 anni, pur con la consapevolezza che qualche sacrificio economico potrebbe essere necessario. Non si può andare più avanti di 12 mesi in 12 mesi, dunque: anche perché il famoso progetto dal titolo «Viaggi nella cultura», redatto dalla responsabile del Presidio, Emilia Vitullo, aveva ottenuto un finanziamento regionale di 2 milioni di euro nell’ambito del Patto per il Molise. Ma anche qui rischia di saltare tutto, non riuscendo la Provincia a programmare le spese per tempo e dunque a impegnare le risorse, con la gestione che vive di precarietà assoluta con un raggio d’azione limitato.

La palla ora tocca a Toma. I tempi non si conoscono, ma è auspicabile che la Provincia offra subito una soluzione operativa alla Regione per ripartire subito e ridare slancio a un settore ancora troppo trascurato.

 

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