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Piano sociale 2020-2022: silenzio assordante da parte del Consiglio regionale

Lettera aperta dell’ex assessore al ramo, Luigi Mazzuto. L’esponente leghista: la Regione ha totalmente disatteso gli impegni presi


CAMPOBASSO. Lo definisce un atto dovuto nei confronti delle famiglie che soffrono. E così, a pochi mesi dalla defenestrazione da assessore alle Politiche Sociali, l’ex assessore regionale Luigi Mazzuto boccia senza appello l’operato politica molisana in tema di Piano sociale 2020-2022, parlando di silenzio assordante da parte del Consiglio regionale.

“È trascorso esattamente un anno – esordisce Mazzuto – 29 agosto 2019, da quando la Giunta regionale, su mia proposta, ha approvato la bozza di Piano regionale sociale per il triennio 2020/2022 con Delibera di Giunta regionale n. 331, e dopo un fugace passaggio in Consiglio regionale il 3 marzo 2020, nulla è dato sapere sugli esiti del più importante strumento di programmazione del welfare regionale e locale, che prevede l’impegno economico di 41 milioni e 400mila euro (13 milioni e 800mila euro per ogni anno, compreso l’anno in corso). Siamo di fronte a un ritardo inconcepibile e inaccettabile – affonda il colpo l’esponente leghista – capisco che molti consiglieri, soprattutto di maggioranza, siano impegnati ad occupare poltroncine e strapuntini di ogni genere pur di legittimare la loro posizione e la loro “presunta” influenza. Tra l’altro fra un po’ ci sono anche le amministrative e tra impegni diretti e familiari (!) non si può certo pensare al Piano Sociale. Non si può, però, far finta di nulla rispetto all’assenza di qualsivoglia iniziativa rispetto alla necessità di mettere a disposizione del territorio e dei cittadini molisani una programmazione di medio periodo in grado di affrontare al meglio le esigenze che investono le famiglie, soprattutto quelle maggiormente esposte a rischio di emarginazione e di esclusione, e soprattutto in questo momento storico di grave difficoltà generale determinato dalla pandemia da Covid-19″.

“Mi piace ricordare – ancora Mazzuto – che la proposta di Piano sociale, colpevolmente ferma in Consiglio regionale, è frutto di un articolato e proficuo confronto con gli Ambiti territoriali sociali e i sindaci (incontri si sono svolti in tutti i Comuni capofila: Agnone, Venafro, Isernia, Riccia/Boiano, Campobasso, Larino e Termoli, sempre con una nutrita presenza di amministratori locali), con i rappresentanti del Terzo Settore (organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, circa 120 quelle presenti nell’incontro presso la sede della Giunta regionale), con i rappresentanti delle centrali cooperative (Lega delle cooperative, Confcooperative Molise, AGCI), dei sindacati maggiormente rappresentativi (Cisl, Cgil, Uil, Ugl, Coldiretti) e dei Patronati. Il nuovo Piano recepisce i principali provvedimenti normativi e regolamentari definiti a livello nazionale negli ultimi anni:  Piano sociale nazionale; Piano nazionale di contrasto alla povertà;  Piano Nnzionale per la non autosufficienza. Si tratta di una programmazione alla quale ho preso parte attiva nella qualità di coordinatore della Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni e che è stata il risultato di un ampio confronto politico e tecnico con i rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell’Anci, delle Città Metropolitane, dei sindacati, delle associazioni di volontariato maggiormente rappresentative. Un’attività che ha coinvolto le Commissioni competenti, ma ha trovato la sintesi all’interno della Rete di promozione e protezione sociale, attivata presso il ministero del Lavoro, che vede la partecipazione di un sistema partenariale ampio e diffuso”.

“Obiettivo prioritario del Piano – sottolinea l’ex assessore – era quello di mettere a disposizione del sistema di governance territoriale (Ambiti territoriali sociali e Comuni) risorse certe nel medio periodo, al fine di consentire una programmazione omogenea e strutturale. Parliamo di circa 40 milioni di euro nel triennio destinati alla non autosufficienza, alla disabilità in genere, agli anziani, ai minori, alle famiglie, oltre che al rafforzamento del sistema di gestione (Uffici di Piano, servizi sociali professionali, uffici di segretariato sociale). Se da un lato lo Stato ha tenuto fede agli impegni assunti con le Regioni e con l’Anci, garantendo risorse cospicue per il periodo 2019/2021, ulteriormente incrementate, peraltro, in presenza dell’emergenza coronavirus (si pensi al Fondo nazionale politiche sociali, a quello sulla non autosufficienza e a quello di contrasto alla povertà), la Regione (basta leggere gli interventi di questi giorni sui media regionali) ha totalmente disatteso gli impegni presi: niente cofinanziamento per la non autosufficienza, niente per il Fondo sociale regionale, niente per le rette di ricovero dei minori in istituto (con molti Comuni esposti a rischio di dissesto perché non in grado di far fronte a tali oneri), niente per i farmaci di fascia C per le patologie rare, niente per i molisani costretti a recarsi fuori regione per prestazioni sanitarie non erogate dai presidi pubblici o convenzionati operanti sul territorio”.

“Il dubbio – conclude provocatorio Mazzuto – è che proprio per l’impossibilità, io direi per la mancanza di sensibilità e di attenzione, di garantire la quota di risorse regionali la maggioranza consiliare preferisca non affrontare la discussione in Consiglio e non esporsi alle contestazioni, non tanto dell’opposizione quanto dei cittadini e delle famiglie molisane”.

 

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