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Quella campanella che sa di normalità: il ritorno a scuola degli studenti isernini

Tra gioia, dubbi, burocrazia e la consapevolezza di trovarsi davanti a “una data simbolica”, come l’ha definita la direttrice del Usr Anna Paola Sabatini. Le emozioni di questo atipico primo giorno


ISERNIA. Sei mesi dopo suonano nuovamente le campanelle degli edifici scolastici di Isernia e provincia. Riprendono le attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado, con pochissimi sindaci che hanno fatto slittare la ripartenza al dopo referendum – chi per ragioni di prudenza, chi per le costose necessità di sanificazione dei locali. Rigide le disposizioni: si comincia dai cancelli, con gli ingressi scaglionati che proseguono poi nei percorsi tracciati per muoversi all’interno e raggiungere in sicurezza il posto assegnato.

In mezzo a questo turbinio di normative, burocrazia, permessi, dispositivi di protezione e tanti dubbi, ci sono le varie popolazioni scolastiche. Studenti, docenti, personale e dirigenti, tutti uniti dalla gioia di ricominciare ma anche dalla paura per la grande sfida che li attende. Tra i banchi della scuola si gioca una partita su cui valutare, tra le tante cose, la tenuta di un sistema sociale già sfibrato e messo alla prova dall’emergenza Covid. La mascherina, ad esempio, non può essere considerata un accessorio e crea qualche difficoltà: “Ma dobbiamo tenerla” hanno raccontato all’ingresso i ragazzi, delusi, invece, dai trasporti. “Sui mezzi il distanziamento non è sempre rispettato e qualcuno abbassa la mascherina”, spiegano. Il dispiacere più forte? “Rinunciare a baci e abbracci per cominciare il nuovo anno scolastico”. “Una volta erano strette di mano, ora ci salutiamo a gomitate”, hanno invece ironizzato i docenti. Scene simili davanti a tutti gli istituti: dalle superiori, ai poli come la San Giovanni Bosco – dove le operazioni all’ingresso sono state coordinate dal giovanissimo dirigente Giuseppe Posillico. Inevitabile qualche assembramento per via del numero consistente di alunni e genitori, ma dappertutto c’è stata grande collaborazione nel rispetto delle disposizioni anti Covid.

“Andrà tutto bene”, avevano imparato a raccontare gli studenti durante il lockdown. E da questa prima campanella la sensazione di normalità che ne deriva è inevitabile e molto, molto attesa. Lo sottolinea anche Bruno Caccioppoli, dirigente scolastico della Giovanni XXIII, ai microfoni di Telemolise: “Sono felice ed emozionato. Finalmente sentire le urla dei bambini, vedere i genitori che accompagnano i figli al cacello della scuola è veramente un’emozione straordinaria. Abbiamo riaperto la scuola seguendo i protocolli, dovevamo farlo e l’abbiamo fatto: abbiamo scaglionato gli ingressi sia come orario che come luogo. Abbiamo addirittura aperto nuovi ingressi nell’edificio San Lazzaro, e abbiamo utilizzato tutti gli ingressi degli altri edifici. Per cui praticamente quasi ogni classe ha il suo ingresso dedicato. Con la collaborazione di tutti sarà un anno straordinario. Come dev’essere un anno scolastico”.

Intanto giunge il messaggio di auguri della dirigente dell’Ufficio regionale scolastico Anna Paola Sabatini. “Mamma, finalmente si torna a scuola! Sono le parole di una piccola studentessa molisana che una mamma (e docente) mi ha girato questa mattina via chat. Una frase così disarmante nella sua semplicità che mi ha emozionato talmente tanto da farmi piangere”, scrive Sabatini, sottolineando l’importanza di questo primo giorno di scuola: “Una data simbolica che resterà nella nostra storia. Oggi gran parte della nostra scuola si rimette in moto e lo fa per i nostri amati studenti. E proprio a loro dico di non accontentarsi mai: di avere sempre fame e sete di cultura. Il loro entusiasmo e la loro passione ci spingono ad affrontare le innumerevoli difficoltà che questa sfida ci presenta, ogni giorno. Facciamolo per i nostri figli: stringiamoci a loro in un abbraccio ‘virtuale’, collaboriamo tutti insieme, scuola e famiglie, per affrontare uniti questo delicato momento, questa emergenza che non ha precedenti, con spirito di squadra e grande senso di responsabilità”.

“I lavori, i posticipi, le mascherine, i banchi, tutto andrà a regime molto presto” assicura Sabatini ringraziando “l’intero personale della scuola che sta combattendo da mesi, ogni giorno, in prima linea per superare ostacoli mai visti prima nel nostro settore. I nostri figli – conclude – capiranno e ci ringrazieranno, non solo perché con la scuola abbiamo trasmesso il dono della conoscenza, ma anche perché con il nostro esempio di educatori abbiamo dimostrato come poter diventare donne e uomini migliori. Buon anno a tutta la nostra Comunità scolastica”.

Pierre

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