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Piccoli comuni, Anci chiede di attuare la legge. Sciulli: fermi 160 milioni di euro

Per potenziare i servizi nelle aree interne. Fondi a cui si aggiungono le risorse della legge di bilancio 2021


CAMPOBASSO. Attuare subito a legge 158 del 2017 sui piccoli comuni, approvando in tempi rapidi i decreti attuativi, al fine di individuare anche le modalità di spesa delle risorse economiche ed incrementando la dotazione del fondo previsto.

E’ quello che ha dichiarato il presidente dell’Anci Molise Pompilio Sciulli. “Oggi ci sono 160milioni di euro, fermi – le sue parole – Sblocchiamoli subito. Non ci si perda in burocrazia. I territori aspettano. Anci Molise partirà con un’iniziativa di supporto ai Comuni per investire i 210 milioni di euro già ripartiti, volti a sostenere le imprese delle aree interne”.

“Ho appreso nei giorni scorsi – ha aggiunto il presidente Anci – di un altro importantissimo fondo in arrivo per i territori, 4,6 miliardi di euro nella legge di bilancio 2021, da destinare a un fondo di perequazione infrastrutturale. Lo chiedevamo da tempo, insieme all’attuazione dei Lep, Livelli essenziali delle prestazioni, previsti dalla Costituzione. Dobbiamo averli per scuole, trasporti, sanità. Lo Stato deve avviare un Piano nazionale per i piccoli comuni, le aree rurali e montane del Paese”.

Quindi la fiscalità differenziata, con Anci che chiede a Governo e Parlamento un piano di azione per una differenziazione dei sistemi fiscali delle aree interne, rurali e montane del Paese, al fine di favorire investimenti pubblici e privati, nonché la residenzialità, la nascita di nuove imprese, il contrasto alla desertificazione commerciale e all’abbandono di servizi.

“La legislazione vigente – ha affermato ancora Sciulli – va adeguata al fine di garantire alla popolazione residente nelle aree montane il godimento di servizi primari e salvaguardando i livelli di qualità e sicurezza, la revisione dei criteri per il mantenimento dei presidi ospedalieri e scolastici, nonché per quelli della giustizia negli ambiti montani, predisponendo apposite linee di finanziamento per la qualificazione e potenziamento di strutture ed operatori e il costante aggiornamento di questi ultimi”.

“Le sperequazioni territoriali italiane – ha concluso – non sono solo tra nord e sud, tra meridione e settentrione. Sono anche tra aree montane e aree urbane e sono egualmente gravi. Per questo quel fondo perequativo da 4,6 miliardi di euro è importantissimo. Lavoriamoci”.

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