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Coronavirus, D’Alessandro: tamponi lontani da studi di medici e di pediatri

Per la consigliera comunale della Lega le nuove disposizioni rischiano di aumentare il rischio di contagi. Presentata una mozione


CAMPOBASSO. Coronavirus, meglio eseguire i tamponi lontano da studi di medici e pediatri, per evitare di aumentare il rischio di contagi, entrando in locali condominiali o in aree affermate. E’ quello che ha affermato la consigliera della Lega Maria Domenica D’Alessandro, che sull’argomento ha presentato una mozione.

Il presidente della Giunta regionale del Molise, Donato Toma, ha disposto ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid 19 sul territorio ed ha ordinato l’approvazione, da parte del commissario ad acta, Angelo Giustini, di un protocollo regionale contenente disposizioni per l’utilizzo da parte dei medici di Medicina generale e dei pediatri di libera scelta, previa valutazione clinica, dei tamponi antigenici rapidi durante l’attività ambulatoriale o domiciliare a favore dei propri assistiti.

Dunque, test negli studi medici o a casa, dopo prenotazione e previo triage telefonico, a contatti stretti asintomatici o a casi sospetti, individuati direttamente o segnalati dal Dipartimento di prevenzione. Nell’ipotesi di esito positivo il medico e il pediatra potranno disporre la quarantena o l’isolamento domiciliare fiduciario, in attesa dell’esito del tampone di conferma, quando previsto, dandone immediata comunicazione al Dipartimento di revenzione dell’Asrem e rilasciando idonea certificazione prevista per legge per l’assenza da lavoro.

“Un tale iter – ha affermato Maria Domenica D’Alessandro – dato l’aumento dei contagi anche in Molise, consentirà di effettuare maggiori controlli, alleggerendo le strutture ospedaliere preposte ad effettuare i tamponi e semplificando diverse procedure. C’è però da tener conto che gli studi dei medici e dei pediatri, nella quasi totalità dei casi, sono situati all’interno di condomini o aree decisamente affollate. Spesso si tratta di strutture condivise da più professionisti. È evidente che questa condizione potrebbe a sua volta aumentare il rischio di contagio. A tal proposito sarebbe preferibile che medici e pediatri effettuassero i tamponi altrove, in un lasso di tempo prestabilito, su prenotazione e previo triage”.

“È noto che il Comune di Campobasso – ha aggiunto l’esponente della Lega – abbia messo a disposizione, nell’ottica della piena collaborazione in questo momento di estrema difficoltà, dei locali di proprietà e del personale per procedere ad una sorta di screening a tappeto. Al momento, nessuna risposta da parte degli organi preposti. Ma considerata la seconda ondata di contagi, chiedo al sindaco Roberto Gravina di approfondire la questione, di portare tali problematiche all’attenzione dei vertici politici e sanitari regionali e di riproporre la disponibilità dei locali comunali per effettuare i tamponi. In questo modo si ridurrebbero al minimo le criticità citate e si garantirebbe maggiore sicurezza all’intera collettività”.

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