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Campitello Matese, Covid e ricorsi pendono sull’imminente stagione

Due società rispondono al bando per la gestione degli impianti, per la prima volta c’è anche Salvatore Muccilli


di Maurizio Cavaliere

Non che i problemi siano pochi quando si parla di Campitello Matese. Stavolta, però, sulla stagione imminente della stazione sciistica molisana incombono anche diversi interrogativi da interpretare e risolvere, oltre alle oggettive difficoltà gestionali e politiche che sono il vero guaio di Campitello da tanti anni, ormai.

All’ipotetico lockdown sulle piste di tutta la Penisola, causa Covid, si accompagnano le incertezze sulla gestione degli impianti di risalita. Sul Bollettino Ufficiale della Regione Molise del 12 ottobre scorso è stato pubblicato un avviso di gara di Funivie Molise Spa, la società nata su iniziativa della Regione Molise che sovrintende alla gestione degli impianti di risalita e delle attività di sviluppo e valorizzazione delle risorse turistiche dell’area matesina. La gara attiene alla gestione per sei mesi degli impianti di risalita delle stazioni di Campitello Matese, San Massimo, e di Monte Capraro, Capracotta, con possibilità di partecipare a entrambi i lotti. Importi a base d’asta pari a 60mila euro per Campitello e simbolici 1.200 euro per Capracotta. L’appalto sarà aggiudicato con il criterio dell’offerta economica più vantaggiosa.

Nei termini dell’iniziativa hanno risposto all’avviso due società: una è quella che ha gestito gli impianti di Campitello negli ultimi 4 tempi. Si chiama Dga srl e fa capo all’imprenditore di San Massimo, Gino De Gregorio. L’altra è la Malbatour, che fa capo a Salvarore Muccilli, ex consigliere e assessore regionale e storico e noto operatore turistico di Campitello, il quale per la prima volta ha pensato di partecipare alla gestione degli impianti di risalita.

Al momento attuale sono state aperte le buste contenenti i progetti, mentre nei prossimi giorni, probabilmente domani, potrebbero essere aperte quelle con l’offerta economica. Tutto questo a due settimane esatte dall’ipotetica apertura della stagione sciistica, fissata come sempre, neve e pandemia permettendo, per il giorno dell’Immacolata.

Ma c’è un altro problema. Il Comune di San Massimo ha fatto ricorso al Tar, impugnando il bando per presunte irregolarità. Il sindaco Alfonso Leggieri ha affermato di intervenire a difesa del pubblico interesse, rilevando profili di illegittimità nella parte relativa alle cosiddette aree sciabili (da lui revocate l’anno scorso) e in quella che attiene alla supposta mancata previsione della clausola per cui “c’è l’obbligo di riassunzione del personale precedentemente in forza”. I lavoratori locali, cioè di San Massimo, che sono solitamente impiegati sulle piste sciistiche sono 25.

Sarà comunque il Tar a stabilire se ci sono gli estremi per intervenire sulla questione. Lo farà il 2 dicembre o nelle udienze successive.

Gli ostacoli alla ripartenza di Campitello sono tanti, insomma. La Funivie Molise, che è morosa nei confronti del Comune di San Massimo per 400mila euro circa, si farà in ogni caso carico della gestione degli impianti, con o senza esternalizzazione della stessa.

Gli sciatori sono preoccupati. Non solo i molisani, ma anche quelli che arrivano dalle regione limitrofe, che restano tanti. Quest’anno si attendeva anche la ripresa definitiva dello sci di fondo, che da qualche anno è off limits per turisti e appassionati veri e propri. A ciò si aggiungono i grossi problemi relativi all’innevamento artificiale che necessita di manutenzione. Un peccato per Campitello, perché paesaggio e piste sono di qualità, frutto del grande lavoro del compianto Riccardo Plattner negli anni ’60, quando c’erano l’entusiasmo e la coesione che oggi sembrano mancare. Con due società locali che chiedono la gestione, facendo un grosso sforzo in un periodo complicato come quello segnato dal Covid, sarebbe paradossale non partire con piede giusto, sempre che si possa partire naturalmente.

 

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