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Diritto alla salute non è solo Covid. Cittadinanzattiva: timori per le emergenze sanitarie

L’intervento dell’associazione, dopo la presentazione del Piano aziendale per la gestione dell’emergenza Coronavirus e dopo i casi di cronaca degli ultimi giorni, con pazienti gravi trasferiti in altri ospedali, vista la situazione del ‘Cardarelli’


CAMPOBASSO. Dove mi vado a curare in Molise? Cosa succede se mi viene un malore? Queste le domande fatte da Cittadinanzattiva Molise, sulla base del Piano aziendale per la gestione dell’emergenza Coronavirus del 26 novembre, che prevede che le misure organizzative siano volte ad assicurare il mantenimento dei Livelli essenziali di assistenza ed il trattamento delle patologie tempo dipendenti.

“Non vengono indicate né risorse, ne modalità, né i luoghi, elementi indispensabili di sicurezza e di trasparenza – rimarca Cittadinanzattiva. Siamo quindi sicuri che verranno garantite? Forse è sfuggito qualcosa, perché l’Ospedale Cardarelli quale centro Hub per la gestione Covid dovrà progressivamente reclutare i posti letto per sommarli a quelli già attivi, in base all’andamento epidemiologico. Questo significa sovvertire la precedente organizzazione, mettendo a rischio la salute dei pazienti con altre patologie. Nello stesso tempo l’Asrem rassicura che anche con un ulteriore peggioramento del quadro epidemiologico, sosterrà ogni ulteriore sforzo organizzativo, nell’interesse esclusivo dei cittadini e degli operatori sanitari e a tutela del diritto alle cure costituzionalmente garantita”.

“Le criticità dalle scorse settimane e soprattutto degli ultimi giorni – ha rimarcato l’associazione – sia di operatori sanitari, in affanno nei loro turni, che di cittadini imbattuti al Pronto Soccorso, senza ricevere adeguate cure, poi trasferiti altrove mettendo a rischio la propria vita, ci deve far riflettere che forse l’esigibilità al diritto costituzionalmente garantito, ha da un po’ lasciato la nostra regione. Perché le criticità tra ospedale e territorio erano già esistenti e la pandemia le ha fatte emergere fortemente. Forse si è in ritardo, perché la medicina territoriale non è un valore aggiunto, ma rappresenta l’esigibilità al diritto della salute”.

Cittadinanzattiva chiede quindi che vengano adottate tutte le misure atte a salvaguardare la salute dei cittadini, e di fare una stesura dei protocolli tra i professionisti della salute, partendo dai Farmacisti, professionisti competenti impegnati sul territorio al servizio della collettività, per puntare poi su politiche coordinate e integrate tra ospedale e territorio.

Quindi l’invito alla Regione e potenziare l’attività di screening, con tamponi negli studi dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta o, se questo non fosse possibile, organizzare in collaborazione con i Comuni iniziative rivolte alla popolazione.

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