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Isernia, i Popolari: ‘papocchio’ del Comune sull’Ica Creset

Il gruppo consiliare: mai in discussione l’interesse dei lavoratori, ma si apre anche il rischio del contenzioso


ISERNIA. Dubbi procedurali e non solo, quelli sollevati dai Popolari per l’Italia sulla recente approvazione in Consiglio comunale del rinnovo – a tempo scaduto – della concessione per la gestione dei tributi al Comune di Isernia con la società Ica Creset. Accusati di aver abbandonato la seduta e di non aver a cuore le sorti dei lavoratori in ballo, Giovanni De Marco, Enzo Di Luozzo, Gianni Fantozzi e Vittoria Succi fanno chiarezza sulla linea adottata in Consiglio comunale, lo scorso 30 novembre, in sede di discussione dell’argomento. E non esitano a parlare di “papocchio” da parte dell’amministrazione.

“La maggioranza consiliare – scrivono in una nota – fa leva su supposti sentimenti di socialità a buon mercato, allo scopo di propagandare un proprio merito politico e amministrativo senza che ce ne sia alcun motivo. Si vuol far passare il concetto che ai Popolari non interessavano i risvolti occupazionali della vicenda. Ma a chi non sta a cuore il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie? Nell’occasione, invece, la maggioranza ha pensato di apparire come l’unica depositaria della tutela degli interessi dei lavoratori e nient’altro”.

Il gruppo, insieme ad altri esponenti di minoranza, aveva infatti chiesto di differire il punto all’ordine del giorno per approfondire meglio la questione. Ma la richiesta è stata respinta e oggi il gruppo capeggiato da Gianni Fantozzi va al contrattacco. “La maggioranza e il governo cittadino – continuano i Popolari – si sono presentati in assise dichiarando candidamente, come se fosse una cosa normale e di ordinaria amministrazione, che la concessione del servigio tributi del comune era scaduta il 16 ottobre 2020. Forse costoro ignorano la problematicità di una scadenza di termini in una materia essenziale per la vita del Comune. Gli amministratori comunali e il sindaco hanno guardato semplicemente spirare un termine di così decisiva importanza con totale indifferenza. E dopo un mese e mezzo si presentano in Consiglio senza valide argomentazioni se non quelle, necessarie, di chiedere scusa”.

La proposta della Giunta d’Apollonio consisteva nel riaffidare a termini scaduti la concessione in parola, ma secondo i quattro consiglieri di centrodestra la società Ica Creset non potrà rimanere inerte di fronte alle decisioni del Comune sui termini incerti della nuova concessione e sull‘incertezza diffusa di rapporti giuridici futuri. E, a loro dire, non è da escludere che si possa addirittura aprire un contenzioso con forti rischi per l’ente.

“Non va dimenticato – sottolineano ancora – che i Popolari per l’Italia hanno sostenuto al meglio durante incontri con il sindaco e nella discussione in Consiglio, la necessità e l’opportunità di affidare il servizio dei tributi comunali in concessione. Per questi motivi non possiamo, in coscienza, essere manipolati dal Governo comunale e respingiamo con la forza dei fatti ogni accusa contraria. Ma il centrodestra poteva fare meglio e di più. Tutto ciò, peraltro, in una condizione di pessimi risultati di gestione politico-amministrativa e contabile dello stesso Governo comunale. In realtà i Popolari hanno rilevato da tempo nei riguardi del Governo cittadino la mancanza di indirizzi gestionali della vita comunale. Preoccupazione che, purtroppo, ha trovato riscontro nei fatti successivi. Tanto per rilevarne qualcuno: applicazione di comodo dello Statuto dell’ente, pessimo rapporto con il Consiglio comunale, assenza di progettualità e di giusti rapporti con il personale, ritardi impensabili nell’avviare ed eseguire opere pubbliche nonché nella gestione delle risorse, incapacità di spesa, limiti di analisi e di organizzazione nell’affrontare l’enorme debito comunale, mancanza di iniziative e provvedimenti per superare le criticità evidenziate dal giudice del controllo contabile e dei revisori, ritardi nella sottoscrizione di contratti che impegnano il Comune per anni ovvero mancanza di potere decisionale per eventuali revoche o rescissioni contrattuali che sembrano non lineari, nessun rimedio previsto o semplicemente affrontato per superare l’odierna fase critica del bilancio comunale e infine, ma non per importanza, la gestione unilaterale della pandemia”.

“Insomma – concludono i Popolari – totale indifferenza di ruolo funzionale e politico verso il Consiglio comunale nell’esercizio delle prerogative e dei poteri del sindaco sulla gestione dei propri ausiliari-assessori. E poi quando fa comodo, il primo cittadino invoca il Tuel”.

 

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