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Covid19, caos scuola. La Cgil a Toma: “Senza vaccini al personale è inutile parlare di riapertura”

Le richieste della Flc Cgil al tavolo operativo regionale per una ripresa delle lezioni in presenza e in sicurezza


CAMPOBASSO. “Il caos istituzionale e organizzativo sulla riapertura delle attività didattiche nelle scuole aggravato dai venti di crisi del governo in carica, non è più tollerabile”.

Lo denuncia in una nota la Flc Cgil, per la quale “si sta navigando a vista su tutto”.

“Si cambiano provvedimenti nazionali quasi giorno per giorno, si moltiplicano le ordinanze regionali, i tavoli prefettizi si svolgono senza necessaria condivisione con le parti sociali, mentre aumentano a dismisura anche le ordinanze dei sindaci (che in qualche caso vengono addirittura precedute da sondaggi su facebook).

Quanto sta avvenendo sui territori sommato all’incapacità di coordinamento del governo – denuncia ancora il sindacato – sta conducendo verso concrete forme di autonomia differenziata, con il rischio che la nostra regione risulti ulteriormente svantaggiata”.

Nell’ultimo incontro del Tavolo operativo regionale, la Flc ha “ribadito che la sospensione delle attività in presenza non può rappresentare l’unica strategia.

La sicurezza è un diritto prioritario, ma è necessario adoperarsi concretamente per consentire a studenti e lavoratori di riprendere le attività scolastiche in presenza e in sicurezza. Abbiamo chiesto certezze sul potenziamento dei trasporti, uno screening per studenti e lavoratori, presidi sanitari nelle scuole e maggiore collegamento con l’Asrem, tamponi rapidi da somministrare a studenti e lavoratori in caso di positività, fornitura di mascherine FFP2 a tutto il personale scolastico. Inoltre – continua la Flc Cgil – se come tutti dicono la scuola è una priorità per il paese, abbiamo invitato il presidente Toma a farsi portavoce della necessità di inserire il personale della scuola tra le categorie da vaccinare prioritariamente (ovviamente su base volontaria).

La verità è che senza l’adozione di adeguate misure rischiamo di trovarci sempre al punto di partenza: tutto verrà scaricato sulle scuole creando un contesto di profondo disorientamento tra tutti i lavoratori e tra le famiglie. L’apertura delle attività in presenza non è un orpello ideologico o un oggetto di scambio politico, ma il risultato di precise scelte politiche ed organizzative a livello nazionale e regionale.

Non si può modificare ogni settimana l’organizzazione didattica: è necessario – conclude il sindacato – riportare il confronto a livello territoriale coinvolgendo le scuole, fare chiarezza sui dati, anticipare il rischio della terza ondata su infanzia e primaria rafforzando da subito i protocolli di sicurezza sottoscritti con i sindacati. Non si deleghi più nulla alle Regioni a causa dell’incapacità del governo a decidere”.

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