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Focolai diffusi al Cardarelli, Facciolla: “Da Termoli e Isernia stop al trasferimento di pazienti Covid”

Dopo le dichiarazioni del commissario ad acta Angelo Giustini, sul possibile rischio di commistione tra reparti Covid e non Covid dell’ospedale del capoluogo, una nota firmata dal team del blocco operatorio del principale presidio regionale, getta acqua sul fuoco delle polemiche innescate proprio dalle parole del Generale. E il segretario regionale del Partito Democratico rivela: “L’Asrem ha comunicato per vie informali alle direzioni dei presidi di Termoli e Isernia di non trasferire più pazienti Covid a Campobasso perché non c’è più posto”


CAMPOBASSO. L’esplosione dei focolai nei reparti di chirurgia generale e medicina, dove sono stati accertati oltre venti contagi Covid tra operatori sanitari e pazienti, ha contribuito ad aggravare l’emergenza sanitaria all’interno del Cardarelli di Campobasso. A riguardo, il sentimento di preoccupazione generale sulle gravi conseguenze che la condizione del nosocomio sta generando sui cittadini, è stato espresso questa mattina in occasione della manifestazione che si è tenuta proprio davanti al cancelli di Cardarelli. E mentre i cittadini protestano e chiedono chiarezza ai vertici  di Asrem e Regione, cresce la confusione e la discordanza di punti di vista su quanto sta accadendo all’interno del nosocomio.

Dopo che ieri il commissario ad acta alla sanità Angelo Giustini, nel corso di un’ispezione all’interno del presidio di contrada Tappino, era tornato ad evidenziare il pericolo di potenziale commistione tra le unità di terapia intensiva e il reparto di malattie infettive e la carenza di adeguate misure di sicurezza nella separazione tra sale operatorie Covid e non Covid, oggi una nota inoltrata al direttore generale Asrem dal dirigente dell’unità operativa complessa di anestesia, rianimazione e terapia del dolore del Cardarelli, Romeo Flocco e controfirmata dal team del blocco operatorio composto rispettivamente da Maria Michela Niro, Gennaro Pasquale e Rosario Socci, smentisce quanto sostenuto dallo stesso commissario ad acta.

Non ci sarebbe alcun rischio di commistione nei reparti e percorsi indicati da Giustini, ma al contrario, secondo il parere dei responsabili medici delle unità in questione, tutto sarebbe stato studiato e definito nel dettaglio, in modo da non provocare alcun rischio di inquinamento, a salvaguardia della salute di pazienti e operatori sanitari. La stessa rianimazione Covid del Cardarelli al momento non correrebbe il rischio di saturazione, come invece è accaduto nelle scorse settimane, quando i ricoveri nel reparto salva-vita avevano oltrepassato il livello massimo di sopportabilità. In definitiva l’allarme lanciato da Giustini non sarebbe realistico, anche se le notizie confermate di cluster diffusi nel presidio ospedaliero hanno ingenerato il panico.

Ma non è solo il Cardarelli ad essere al centro dell’attenzione. Sulle ormai evidenti criticità nella gestione dell’emergenza Covid in Molise, interviene il segretario regionale del Partito Democratico, Vittorino Facciolla, che torna a denunciare come “gli ospedali di Termoli e Isernia siano diventati di fatto ospedali Covid, “senza averne i requisiti e senza alcun atto aziendale, ma nei fatti”.

“Sembra – spiega il segretario e consigliere regionale dem – che la novità sia stata comunicata ieri sera a medici e operatori non per vie ufficiali ma tramite una telefonata nella quale si invitavano chiaramente i due ospedali a non inviare a Campobasso nessun altro paziente Covid perché non c’è più posto

Il Cardarelli è al collasso e tutt’ora permangono i due cluster nei reparti di chirurgia e medicina” come peraltro spiegato ieri sulla nostra testata.

“E mentre – conclude Facciolla – le altre regioni si organizzano e si preparano a gestire la terza ondata del Covid, qui da noi si compie l’ennesimo affronto nei confronti dei molisani”.

 

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