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Vaccini Covid, l’Ordine dei medici si ritira dal tavolo dell’Unità di crisi: richieste inascoltate

Le precisazioni della presidente Carolina De Vincenzo, che aveva più volte sollecitato di inserire nella campagna di immunizzazione liberi professionisti e odontoiatri


CAMPOBASSO. Campagna vaccini anti Covid, l’Ordine dei medici di Campobasso si ritira dal tavolo dell’Unità di crisi. Ad annunciarlo il presidente Carolina De Vincenzo, che spiega come la decisione segua una serie di richieste inviate, oltre che al presidente dell’Uds per l’epidemia da Covid-19, alla struttura commissariale, al direttore generale della Salute e alla dirigenza Asrem. Richieste, precisa De Vincenzo, rimaste inascoltate.

“Poiché ogni singola dose di vaccino – ha spiegato De Vincenzo – è preziosa e prioritaria per tutti i sanitari che eseguono visite e prestazioni strumentali, ad alto rischio di contagio e potenzialmente contagianti, da oltre un mese abbiamo rappresentato la necessità e l’urgenza di vaccinare anche i liberi professionisti medici e odontoiatri e il personale di supporto degli studi, senza ricevere risposte concrete per il loro tempestivo inserimento nel calendario vaccinale.

“Si dimentica – ha aggiunto la presidente dell’Ordine – che il contagio va dal territorio alle strutture ospedaliere e che la salute, soprattutto in questa pandemia, deve essere preservata proprio a partire dal territorio: è notevolmente aumentato nell’ultimo anno il numero di cittadini che si rivolgono agli studi dei libero professionisti medici e odontoiatri, perché penalizzati dal difficoltoso accesso ai servizi pubblici; non è quindi ammissibile in questa contingenza alcuna discriminazione tra operatori. Ricordiamo l’alto tributo che proprio i medici del territorio hanno pagato al Covid, con centinaia di morti. E’ inaccettabile che nel piano vaccinale nazionale essi non siano stati inseriti nelle prime fasi della campagna, tanto che in molte Regioni vengono giornalmente attuati correttivi per garantire la vaccinazione di tutti gli operatori sanitari, pubblici o privati che siano”.

“Siamo molto perplessi del diverso approccio al problema nelle varie realtà del Paese, e indignati della scarsa considerazione del nostro ruolo di medici e odontoiatri e del diritto alla sicurezza delle cure. Non si tratta solo di mancanza di sensibilità e di rispetto; l’errore grave è considerare la vaccinazione dei sanitari un privilegio e non una strategia per limitare la diffusione del contagio e garantire cure adeguate alla popolazione, la mancanza di attenzione”.

“Chiediamo quindi anche in Molise – il riferimento alla situazione regionale – una tempestiva rimodulazione del piano vaccinale, soprattutto in un momento di scarsezza di approvvigionamento e diversa tipologia di vaccini, che andrebbero utilizzati al meglio e in un obiettivo etico di efficacia: gli operatori sanitari, una categoria particolarmente esposta, se non tempestivamente vaccinati, rischiano di ricevere un vaccino non adeguato al loro livello di rischio”.

“In Molise arriveranno nel mese di febbraio oltre 10.000 dosi di vaccino Pfizer e Moderna: i nostri iscritti medici e odontoiatri in lista d’attesa sono poche centinaia e potrebbero essere vaccinati contestualmente all’avvio della campagna per gli over- 80. Ci è stato però risposto di attendere una comunicazione scritta dal Commissario Arcuri, che sarà certamente tardiva e crediamo non legittimata”.

Motivazioni che hanno portato al ritiro al tavolo dell’Unità di crisi, “organo meramente consultivo”. “Con amarezza però abbiamo constatato da tempo che nessuna nostra istanza o suggerimento, volti a cercare soluzioni alle criticità, sia mai stato concretamente recepito. Senza contare poi che l’attuale dirigenza Asrem – ha concluso De Vincenzo – neppure per cortesia istituzionale, ha mai risposto alle richieste ufficiali del nostro Ordine, che rappresenta circa duemila professionisti”.

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