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Allerta varianti, ospedali e Rsa blindati: stop alle visite e doppio tampone, ma il sistema soffre

Giro di vite della direzione sanitaria Asrem per evitare la diffusione del virus: i pazienti che dovranno essere ricoverati andranno sistemati dapprima in stanze singole per 48 ore, poi dovranno attendere l’esito del secondo test molecolare. Ma gli spazi scarseggiano e i Pronto Soccorso si intasano. Vietati gli ingressi dei parenti de degenti, anche nelle strutture extraospedaliere


ISERNIA-CAMPOBASSO. Covid, è allerta varianti negli ospedali molisani, con la direzione sanitaria Asrem che blinda le strutture sul territorio con misure particolarmente restrittive.

Con una lettera del 10 febbraio scorso, la dottoressa Maria Virgina Scafarto ha disposto una serie di misure atte a evitare la diffusione del virus e a preservare il sistema sanitario.

STOP ALLE VISITE. Si parte dalla chiusura di tutti gli accessi degli ospedali consentendo l’accesso solo dall’entrata principale con sorveglianza e triage, per arrivare alla sospensione delle visite dei parenti ai degenti. Previsto anche il potenziamento delle misure di sorveglianza del personale e di tutti gli attuali degenti, con questi ultimi che periodicamente saranno sottoposti a tampone molecolare.

DOPPIO TAMPONE NEGATIVO. Ma il nodo delle nuove disposizioni sta negli ingressi: tutti i pazienti che dovranno entrare in ospedale per essere ricoverati, infatti, dovranno essere sottoposti a tampone molecolare. In caso di negatività, inizialmente, saranno sistemati all’interno di stanze singole per 48 ore, al termine delle quali dovrà essere ripetuto il tampone molecolare. Solo in caso di doppio esito negativo a distanza di 48 ore, dunque, si potrà disporre il ricovero in stanze multiple. La Scafarto, inoltre, ha evidenziato la necessità dell’utilizzo di dispositivi di protezione individuale ad alta protezione anche per il personale vaccinato.

Le stesse misure saranno adottate anche nelle strutture di degenza extraospedaliera (residenze sanitarie per anziani, case di riposo, strutture di accoglienza, ecc.), con sospensione di tutte le visite, salvo diverse specifiche autorizzazioni da parte dei direttori sanitari. L’accesso potrà essere consentito solo a soggetti con tampone negativo, con l’indicazione di chiare misure comportamentali per la sicurezza degli ospiti e del personale, da tenersi anche fuori della struttura.

Ferma restando la necessità di rafforzare i controlli per evitare contagi, va detto che le nuove misure presentano più di qualche difficoltà per la gestione. A cominciare dalla scarsità degli spazi singoli dove sistemare i pazienti ricoverati per 48 ore in attesa dell’esito del doppio tampone. Per fare un esempio, presso l’ospedale di Isernia il Pronto Soccorso, con il personale già sottoforze e allo stremo per il superlavoro di questi mesi, al punto da proclamare pochi giorni fa l’ennesimo stato di agitazione, attualmente ha 7 posti letto occupati da degenti, 3 dei quali attendono l’esito del doppio tampone per essere eventualmente sistemati nei reparti di competenza. In sostanza, occupa posti letto più a lungo a scapito dell’eventuale rotazione con altri ingressi, con il personale ancora una volta costretto agli straordinari.

Sempre al Veneziale, nell’area grigia sita al primo piano, ci sono altri 6 pazienti che attendono l’esito degli esami: tutto pieno insomma, con il sistema ulteriormente appesantito in attesa delle fatidiche 48 ore. C’è poi il problema dello stop delle visite da parte dei parenti: oltre all’aspetto umano che incide non poco su chi è ricoverato a lungo, c’è anche qualche difficoltà gestionale. Molti pazienti necessitano infatti di terapie farmacologiche che non sono in dotazione dell’ospedale, con ulteriori disagi per far pervenire le medicine ai degenti evitando contatti e promiscuità.

Il giro di vite imposto dalla Scafarto, infine, riguarda anche le attività di day-surgery, con obbligo di tampone molecolare non oltre le 48 ore prima dell’intervento chirurgico.

 

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