HomeSenza categoriaAppalto rifiuti, parla il sindaco: ecco perché non sapevo nulla

Appalto rifiuti, parla il sindaco: ecco perché non sapevo nulla

Il primo cittadino di Isernia, Giacomo d’Apollonio, spiega quanto accaduto: tempesta in un bicchiere d’acqua, se non c’è il bilancio non può esserci neppure il bando e dunque lo abbiamo revocato


ISERNIA. Nessun appalto fantasma. Il sindaco di Isernia, Giacomo d’Apollonio, interviene sulla tribolata questione dell’appalto dei rifiuti, 13 milioni di euro più Iva per 5 anni, ma chiarisce: “È una tempesta in un bicchier d’acqua. La pubblica amministrazione in autotutela ha la possibilità, per legge, di rivedere il proprio operato e il bando non deve andare in Consiglio, non c’è nessuna illegittimità”.

Ma allora perché l’Ufficio tecnico ha proceduto alla pubblicazione dell’avviso senza che il primo cittadino fosse informato? Ecco la spiegazione. “Il bilancio di previsione doveva essere redatto entro fine gennaio – afferma d’Apollonio – ma poi c’è stata una proroga a fine marzo. Gli atti di gara erano già pronti, l’Ufficio tecnico ha lavorato bene sulla scorta di delibere di Giunta e con l’aiuto di un consulente chiamato per dare qualità al servizio. È stato fatto un bando moderno e importante: sono previste premialità per i cittadini, abbiamo introdotto il porta a porta nelle borgate e il prelievo dell’umido passerà da tre volte a due giorni, come già avviene in altri Comuni, anche per motivi di risparmio”.

C’è stato però un cortocircuito: “L’Ufficio tecnico – continua il sindaco – aveva già predisposto la partenza entro gennaio e il bando è partito con una determina dirigenziale che ha appostato le somme relative alla sola pubblicazione dell’avviso, con gli Uffici che lo hanno pubblicato all’insaputa dell’amministrazione. La cosa sarebbe venuta comunque fuori perché questo è un bando europeo, che va pubblicato sul sito dell’Anac e del Comune. Qualcuno, in sostanza ha dato per scontato che l’amministrazione sapesse della pubblicazione formale del bando, che però non era stata comunicata. Se dal punto di vista amministrativo la cosa è stata messa a posto, questo cortocircuito è stato oggetto di esame dal sottoscritto con gli interessati. Abbiamo capito che c’è stato uno spiacevole disguido e abbiamo dovuto annullare il bando, non certo l’appalto, la cui procedura è pronta e resta valida. L’errore è solo nell’intempestività della pubblicazione perché il bilancio non c’è, dunque manca la copertura formale. Si è fatto il mea culpa ma si è creata una tempesta pazzesca, la cosa non ha alcuna conseguenza, ma siamo in campagna elettorale”. D’Apollonio sottolinea, infine, come l’appalto del servizio non deve andare in Consiglio comunale, a differenza della concessione – come da art. 42 del Tuel – che invece è argomento di Consiglio comunale, non il resto. “Si dice il falso ai cittadini – conclude schivando gli attacchi dei consiglieri d’opposizione – e si danno informazioni fuorvianti. È l’esecutivo che si occupa di queste cose, lo dice la legge. Non sapevo del bando semplicemente perché il bando non poteva essere emesso”.

 

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