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La Pasqua senza nonni dei molisani in zona rossa: tutti chiusi in casa fino al 6 aprile

L’incubo ritorna: dopo un anno di sacrifici il “cambio di passo” promesso dal Governo Draghi c’è, ma in negativo. Su richiesta del presidente Toma il Molise, in lockdown da lunedì 1 marzo, dovrà dire addio alle feste in famiglia


CAMPOBASSO/ISERNIA. Natale con i tuoi, Pasqua… pure. Nello strano, pazzo mondo in cui siamo costretti a vivere da ormai un anno perfino gli antichi adagi non valgono più niente. E per i molisani, con la regione in zona rossa per la prima volta da lunedì 1 marzo su esplicita richiesta del presidente Donato Toma al ministro Roberto Speranza, sarà un’altra primavera sottochiave.

In queste ore è al vaglio dei presidenti delle Regioni la bozza del nuovo Dpcm, il primo a firma Draghi – strumento tanto vituperato dell’era Conte ma che sembra piacere moltissimo ai governi di qualunque colore – che sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. E, nelle larghe intese di questa presunta coalizione liberale, ha prevalso una linea ancora più rigorista di quanto visto finora; complice la paura per la variante inglese e i dati sulla diffusione del contagio.

Nessun allentamento, dunque, neanche a Pasqua. Permangono tutti i divieti finora in vigore, con poche, piccole ma sostanziali differenze. Ad esempio, le piste da sci restano chiuse per l’intero arco della misura: l’intera stagione quindi salterà, con buona pace di chi si era preparato – e aveva investito – per le annunciate riaperture. La novità più eclatante, però, è un’altra e riguarda specificamente le visite ai parenti nelle zone rosse: nei territori in lockdown, infatti, non sono consentiti gli spostamenti verso abitazioni private abitate diverse dalla propria, salvo che siano dovuti a motivi di lavoro, necessità o salute. Al momento la misura scadrebbe il 27 marzo, ma dalla bozza del Dpcm in approvazione sembrerebbe che questa verrà prorogata fino alla scadenza dello stesso.

Tradotto: se il Molise dovesse rimanere, com’è probabile, zona rossa fino alla scadenza del nuovo Dpcm, per i molisani la Pasqua 2021 sarà nuovamente da passare in casa, senza potersi concedere un momento conviviale così importante con nonni e parenti, né tantomeno con gli amici per la classica scampagnata di Pasquetta. L’ennesima privazione, a un anno dallo scoppio della pandemia e con la campagna vaccinale in atto, che suona fin troppo come una sconfitta.

Questo, ovviamente, al netto di eventuali deroghe dell’ultimo minuto: le misure sono infatti ancora al vaglio e fino all’ultimo minuto possono subire aggiustamenti, tagli e correzioni. C’è da dire però che Draghi non ha perso tempo a inserire quest’ulteriore stretta. Il primo atto del suo Consiglio dei Ministri è stato infatti il decreto legge lampo, di soli quattro articoli, approvato in tutta fretta il 22 febbraio proprio per inserire la misura anti-visite. In previsione, verrebbe da dire, del nuovo Dpcm che cancella anche la Pasqua in famiglia.

Insomma, cambia il Governo ma non le modalità a cui gli italiani si sono tristemente abituati nell’ultimo anno. E, soprattutto, non si attenua la sensazione di presa in giro ed abbandono che dilaga ormai tra i cittadini. Tutte problematiche di cui qualcuno, prima o poi, dovrà rispondere. Prima che siano i molisani stessi, stanchi della mala gestione, a chiederne conto.

Pierre

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