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Regione, Marone attacca Fratelli d’Italia e rilancia: “Lega fuori dalla Giunta grande errore politico”

Le parole dell’ex assessore, ‘silurato’ dall’esecutivo per far posto a Filomena Calenda, che incassa e afferma di voler vedere il lato bello della sua esperienza. Perché “la politica è l’arte dell’impossibile”


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Fuori dalla Giunta regionale per far posto a Filomena Calenda, che la mattina ha firmato la mozione di sfiducia al governatore Donato Toma e il pomeriggio è stata nominata assessore. “Diceva il mio professore di latino e greco che ognuno è responsabile delle sue azioni”, il commento tra l’ironico e il filosofico di Michele Marone, nominato il 9 giugno 2020 e ora fuori dall’esecutivo di Palazzo Vitale.

Non si scompone più di tanto, non sbraita, l’ormai ex assessore esterno in quota Lega, anzi si sbilancia a dire “di essere soddisfatto di aver ricoperto un ruolo di così alto profilo e di aver fatto un’esperienza significativa e soddisfacente”. “Ma sa – aggiunge – la politica è l’arte dell’impossibile e io sono abituato a cogliere il lato positivo delle cose”.

Lato positivo, ci tiene a rimarcare, che va trovato nei risultati raggiunti col suo lavoro, dalla stabilizzazione dei precari di Molise Acque alla vertenza Gam come Politiche del lavoro, all’attività svolta per le Politiche sociali in Molise e a Roma, come coordinatore dell’ottava commissione della Conferenza delle Regioni. Anche nella scelta dell’indicazione fatta al Governo Draghi delle categorie prioritarie per la vaccinazione anti Covid, subito dopo gli anziani: le persone fragili, i disabili, i caregiver, gli educatori dei minori nelle comunità”.

La comunicazione sul ‘siluramento’ dall’esecutivo gliel’ha fatta il governatore Toma? “Certamente – il racconto di Marone – il presidente mi ha chiamato e mi ha detto che era necessario procedere alla revoca dell’assessore esterno, in quanto era appena pervenuto un documento firmato dai 10 consiglieri di maggioranza, più la stessa Calenda, in cui si chiedeva di nominare assessore un consigliere eletto”.

Ma se la responsabilità non è del presidente Toma allora di chi è? “La genesi del problema politico è di Fratelli d’Italia – l’ex assessore ha ribadito una posizione già espressa – andando a firmare la mozione di sfiducia due consiglieri di FdL (Iorio e Romagnuolo) sfiduciano il loro assessore (Quintino Pallante). Quindi la Meloni sfiducia se stessa. Questo è un problema che coinvolge le segreterie nazionali”.

E la Lega? “La Lega non c’entra niente – conclude Marone – ma l’aver buttato la Lega fuori dalla Giunta è stato un grandissimo errore politico. Il Molise è l’unica regione di centrodestra in cui non c’è al governo quello che è stato il primo partito. E mi fermo qui”.

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