Molise a scuola, prima dose vaccino al 76% del personale scolastico

Domani rientrano tra i banchi tutti gli studenti molisani fino alla terza media, superiori in presenza al 50%.


di Maurizio Cavaliere

CAMPOBASSO. Sarà un giorno diverso domani in Italia. Si rientra a scuola ovunque, anche in zona rossa (in questo caso fino alla prima media, mentre le Superiori di secondo grado restano in dad). Lo ha stabilito il Decreto del 1° aprile che fissa per le zone gialle e arancione l’apertura totale fino alla terza media, con le superiori di secondo grado che potranno restare aperte con forme flessibili e miste tra presenza e didattica a distanza tra il 50 e il 75%. Il Decreto esautora i governatori, stabilendo che non possono decidere autonomamente se chiudere le scuole, quasi a certificare la volontà del Governo di non impedire il nuovo orientamento generale che intende investire sulla scuola in presenza e quindi sulla socialità di bambini e ragazzi come bene primario da tutelare pur in presenza di pandemia e di qualche rischio.

A Campobasso sarà un ritorno massiccio tra i banchi. Infanzia, primarie, medie e il 50 per cento delle superiori tornano tra i banchi: un notevole afflusso di studenti che comporterà anche nuove sollecitazioni per il sistema del trasporto pubblico.

La sensazione è che si tratti ovunque di una decisione senza ritorno, buona cioè fino al termine dell’anno scolastico, ma affinché tale orientamento diventi realtà sarà necessario che i contagi continuino a scendere e che gli insegnanti siano tutti vaccinati, almeno per la prima dose. In Italia il 56 per cento del personale scolastico ha ricevuto la prima dose, lo 0,87 la seconda.

Il Molise è una delle regioni che sta andando meglio in questo senso, con un totale al momento di 5485 operatori scolastici vaccinati la prima volta (76,22 per cento) su un totale di 7196 unità componenti la popolazione del personale scolastico, e 26 che hanno ricevuto anche la seconda. All’appello mancano 1711 operatori, non male rispetto alla gran parte delle regioni italiane.

Il vero problema per sentirsi più sicuri, oltre a quello del trasporto, è l’assenza del tracciamento, che era stata vista come un’operazione necessaria, ma che al momento non esiste. Un’operazione enorme, dispendiosa e complessa: tracciare gli studenti è difficoltoso: mancano i riferimenti per l’organizzazione logistica per fare i tamponi, quindi l’apertura di domani resta un’incognita, sebbene per gran parte del personale della scuola ci sia il conforto della prima protezione immunitaria.

A Campobasso incoraggiano i numeri, in particolare quello dei guariti e la costante diminuzione dei contagi (gli attualmente positivi sono per la prima volta da settimane a questa parte sotto quota 100). In alcuni piccoli Comuni la situazione non è altrettanto confortante. Alcune amministrazioni hanno deciso di procedere con una serie di screening sulla popolazione scolastica di riferimento, esami che sono stati fatti ieri mattina e sono in corso oggi. La speranza è che ci siano anche qui buoni riscontri al fine di rientrare tra i banchi con meno apprensione, sempre osservando le regole di distanziamento e tenendo la mascherina. Nel frattempo sarebbe allo studio dei Ministeri della Salute e dell’Istruzione un nuovo rigido protocollo per scongiurare possibili assembramenti. Per i ragazzi l’obbligo di stare insieme solo in classe e la disattivazione delle macchinette che distribuiscono merendine e bevande dove sia riscontrata la presenza di più persone.

 

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