Allo studio anche un ricorso contro la delibera di Palazzo San Francesco che revoca la concessione de ‘Ru Puzz’ alle associazioni socio-culturali di sinistra. LE VIDEOINTERVISTE
ISERNIA. Tutti uniti per rivendicare la necessità di spazi condivisi per le realtà associative del territorio. Tanti i rappresentanti di comitati e associazioni presenti, stamani dinanzi all’ex lavatoio di Isernia, per stigmatizzare la scelta dell’amministrazione comunale di non revocare la concessione a quanti, per anni, hanno usufruito dei locali de ‘Ru Puzz’ per attività socio-culturali.
La recente decisione del Comune di Isernia, che vuole destinare lo spazio in questione alle merlettaie locali nell’ottica della candidatura del tombolo a patrimonio Unesco, ha messo alla porta associazioni come Arci Isernia, Arci Immigrazione, Arci Gay, Circolo La Zampogna di Scapoli e I Care, solo per citarne alcune.
Ma “un bene comune”, questo il senso della conferenza stampa di oggi, “non può diventare luogo di esclusione”. A detta degli intervenuti, “così si rischia di cancellare i risultati di un progetto di coesione sociale e di crescita del territorio, portato avanti per anni da chi si pone l’obiettivo di costruire una comunità attiva e solidale, attività tutte svolte in costante dialogo con le istituzioni e le altre realtà attive, sempre nel segno del pluralismo e della condivisione”.
Condivisione che invece da parte del Comune “non c’è stata”: nessuno sapeva che le associazioni avrebbero dovuto lasciare l’ex lavatoio e la decisione presa “svilisce il nostro operato e, soprattutto, è un’occasione persa per affrontare in maniera costruttiva l’atavica questione della mancanza di spazi sociali nella città”. La revoca, come spiegato da Celeste Caranci, Antonietta Caccia, Alfonso Mainelli e Marica Marenna durante la conferenza stampa, “è stata giustificata con la carenza di spazi ulteriori da destinare alle realtà associative ma ciò – aggiungono le associazioni – non corrisponde al vero. La lista degli immobili del patrimonio comunale, del resto, è facilmente consultabile sul sito web del Comune di Isernia per tutti i cittadini”.
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Allo studio anche un ricorso contro la delibera di Palazzo San Francesco, mentre è anche partita una petizione on line ad hoc che in un giorno ha già raccolto centinaia di firme
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