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Bando periferie, il Pd: “Niente progetti, ecco come il Comune di Isernia perde 10 milioni”

Il circolo dem pentro: “Un altro esempio di incapacità nella gestione delle risorse da parte del centro-destra. Le strade percorribili erano diverse, ma nulla è stato fatto per portare a termine l’iter”


ISERNIA. Il circolo Pd di Isernia torna ad incalzare l’amministrazione comunale per la gestione della cosa pubblica. Sotto la lente, in questa occasione, l’ormai famigerato Bando periferie, per il quale – denunciano i dem – non vi sarebbero i progetti, con conseguente rischio di perdita del finanziamento milionario.

“Progetti per il Bando Periferie? – scrivono gli esponenti del Partito Democratico in una nota stampa – A Isernia non ce ne è traccia. E questo a conti fatti vuol dire perdere ben 10 milioni di euro. Le strade percorribili erano diverse, ma niente è stato fatto. L’attuale amministrazione di centro-destra ha dimostrato, ancora una volta, di non essere in grado di gestire le risorse.

Una questione che parte da lontano. Nel 2016 il Governo Renzi, nell’ambito dei progetti per le Periferie Urbane dei Comuni capoluogo di
provincia, aveva ammesso a finanziamento il progetto integrato ‘Dal Paleolitico alla città intelligente’. Si trattava di 10 milioni di euro per la realizzazione di 18 interventi. Sin dal principio il Partito Democratico ha manifestato delle riserve circa l’utilità di alcuni di essi, spiegando che sarebbe stato più opportuno concentrare le risorse su un numero inferiore di progetti, in grado di cambiare effettivamente il volto di Isernia. La giunta di centro-destra, invece, ha deciso di puntare sulla quantità a discapito della qualità. Sarebbe stato opportuno che i fondi del Bando Periferie venissero destinati ad alcune azioni strategiche, come ad esempio gli ulteriori interventi per la riqualificazione del Parco urbano della stazione ferroviaria, e non per i tanti, inutili, richiesti.
I propositi dell’attuale amministrazione, comunque, – denunciano i dem pentri – si sono scontrati con l’incapacità di portare a termine l’iter, con la conseguente impossibilità di ottenere le risorse previste.
L’amministrazione comunale, infatti, non è andata oltre la redazione delle schede progettuali, tralasciando completamente la successiva fase dell’affidamento degli incarichi di assistenza di supporto al RUP per la realizzazione dei progetti definitivi ed esecutivi.
Il buon esito delle procedure era legato al reperimento di fondi comunali pari a circa 370mila euro, destinati proprio alla progettazione. In oltre quattro anni, però, l’attuale giunta non è stato in grado di reperire le risorse per portare a termine gli interventi. Tale impegno di spesa, finalmente, doveva essere inserito nell’assestamento di Bilancio 2019, ma in quell’occasione si è assistito a un clamoroso dietrofront, in quanto le entrate dei tributi che erano state previste sono state inferiori rispetto alle attese. Se ne sono accorti solo allora che non c’erano le risorse?

Eppure le possibilità di affidare gli incarichi e portare a termine l’iter erano molteplici ma non sono state perseguite.
Il Comune – suggerisce il Pd – avrebbe potuto mettere a bilancio almeno una parte della somma per le spese di progettazione che, successivamente sarebbero state coperte dall’ anticipo del 20% dei finanziamenti previsti, una volta presentati i progetti.

Oppure, seguendo l’esempio di Campobasso, avrebbe potuto richiedere alla Cassa Depositi e Prestiti di accedere al fondo rotativo denominato ‘Prestito di Riqualificazione Periferie Urbane’, con il quale si sarebbero anticipate le risorse statali in attesa del loro effettivo incasso. Subito dopo il Comune di Campobasso ha coinvolto la Fondazione Inarcassa, in modo da assegnare la progettazione a ingegneri, architetti e altri liberi professionisti. Altra ipotesi percorribile sarebbe stata quella di affidare, almeno nella fase iniziale, i progetti ai tecnici comunali, allo scopo di proseguire l’iter.
Nel luglio 2020 un altro triste capitolo di questa vicenda: la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Coesione Territoriale – ha chiesto al sindaco notizie circa la documentazione redatta sino ad allora, la quale, però, non poteva essere inviata in quanto inesistente, considerato che mancavano i progetti. L’unico adempimento formale da parte dell’amministrazione in tutti questi anni, tramite gli uffici preposti, è stato quello di presentare la relazione di monitoraggio semestrale.

L’attuale giunta è rimasta insensibile persino dinanzi agli alert che provenivano dall’Ufficio Politiche Pubbliche del Comune il quale, diligentemente, aveva messo in guardia l’esecutivo circa il rischio di perdere i finanziamenti se non si fosse provveduto, in tempi rapidi, alla stesura e all’approvazione dei progetti.

A fine gennaio 2021, fuori tempo massimo, infatti, l’unica richiesta presentata, attraverso delibera di giunta, è stata quella di riprogrammare l’intervento relativo al parco Acqua Solfurea.
La giunta di centro-destra ha deciso di puntare su quest’ultimo perché già possedeva il progetto esecutivo del primo lotto, elaborato negli anni scorsi, a dimostrazione di come non sia in grado di progettare ex novo.
L’attuale esecutivo, inoltre, non ha saputo utilizzare al meglio le diverse opportunità, a livello di bandi pubblici europei e nazionali, per progettare il futuro della città.

Basti pensare che questa giunta non ha aderito al programma ‘City Branding’ (scaduto il 25 novembre 2020) che prevedeva finanziamenti per 1 milione di euro proprio per la progettazione, a fronte di un co-investimento del 10%. Così come non ha partecipato al bando ‘Next Generation City’, promosso da Anci, opportunità che anche in questo caso il Comune di Campobasso non si è lasciato sfuggire. La città di Isernia, – concludono i dem – ancora una volta deve fare i conti con una classe di amministratori che non guarda lontano e che pensa solo a sopravvivere”.

 

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