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Maxi investimento edilizio sulla costa di Montenero di Bisaccia: altolà della Soprintendenza

Si tratta, secondo il parere del Gruppo di intervento Giuridico odv, di uno dei peggiori e più devastanti progetti immobiliari mai proposti in Italia, che palesemente confondono edilizia con turismo, in assenza di qualsiasi logica di salvaguardia ambientale e buona gestione del territorio


MONTENERO DI BISACCIA. Dopo la prima risposta all’istanza rivolta lo scorso 11 aprile dall’associazione ecologista Gruppo d’intervento Giuridico odv in merito al progetto immobiliare “Project Southbeach” lungo il litorale molisano di Montenero di Bisaccia, pervenuta dal Ministero della Transizione Ecologica – Direzione generale per il Patrimonio naturalistico, è la volta della Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Molise.

“E stavolta – come sottolineato dal portavoce Stefano Deliperi – sembra proprio che sia stata posta una pietra tombale sul progetto speculativo proposto dal canadese George Cohen con finanziamenti cinesi”.

La Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Molise ha, infatti, affermato (nota prot. n. 3949 del 20 aprile 2021):

“E’ pervenuta a questa Soprintendenza la deliberazione della Regione Molise – Giunta Regionale n. 67 del 29.03.2021 con la quale si riconosce l’interesse regionale del progetto in oggetto evidenziato e contestualmente si istituisce un Tavolo Tecnico finalizzato all’Accordo di Programma. Alla predetta deliberazione risulta allegata, tra l’altro, la relazione di presentazione del progetto South Beach. Allo stato nessuna ulteriore comunicazione risulta inviata a questo Ufficio. Tuttavia al fine di illustrare quali siano i vincoli di tutela paesaggistica gravanti sull’area interessata dal progetto si forniscono le seguenti informazioni.

Dalla lettura della relazione citata si è potuto rilevare che l’area interessata dal progetto è ubicata in località Marinelle del Comune di Montenero di Bisaccia, tra la foce del Fiume Trigno a nord la foce del Torrente Mergolo a sud e tra il mare Adriatico ad est e l’Autostrada E55 Bologna-Bari Taranto ad ovest. L’estensione catastale di detta area è pari a circa 156 ettari e fronteggia la spiaggia per quasi 2800 metri inoltrandosi da quest’ultima verso l’interno per circa 500 metri.

Allo stato il sito così come individuato è oggetto di tutela sia sotto l’aspetto archeologico in quanto attraversato dal tratturo L’Aquila-Foggia, che sotto l’aspetto paesaggistico.

La Soprintendenza ha ricordato che “le modalità di tutela e della valorizzazione A1 consistono nella conservazione, miglioramento e ripristino delle caratteristiche costitutive degli elementi con mantenimento dei soli usi attuali compatibili”, mentre “in definitiva gli usi compatibili nell’area A2N1, sempre all’esterno della fascia di mt.50 misurata dalla battigia sono: per le strutture edilizie esistenti è ammessa solo la manutenzione e restauro con esclusione di qualsiasi opera che comporti alterazione delle caratteristiche visive e paesaggistiche dell’ambito”.

Insomma, nulla di quanto previsto nel progetto immobiliare speculativo “Project Southbeach” può essere legittimamente autorizzato e, conseguentemente, realizzato.

In precedenza, era stato il Ministero della Transizione Ecologica – Direzione generale per il Patrimonio naturalistico a far presente (nota prot. n. 39547 del 16 aprile 2021) che allo stato “non dispone di elementi o informazioni, né di documentazione” e ha chiesto urgenti delucidazioni alla Regione Molise “considerato … che il progetto immobiliare segnalato potrebbe interessare il Sito SIC IT7228221 ‘Foce Trigno – Marina di Petacciato’, con conseguenti possibili ricadute sugli habitat ivi presenti, e tenuto conto della necessità di ottemperare all’espletamento della Valutazione di incidenza secondo di quanto previsto dall’art. 6, par. 2, della Direttiva 92/43/CEE ‘Habitat’”.

Si tratta degli effetti della richiesta rivolta dal Gruppo d’Intervento Giuridico odv ai Ministeri della Transizione Ecologica e della Cultura, alla Regione Molise, al Comune di Montenero di Bisaccia, alla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Molise per inibire qualsiasi sottoscrizione di qualsiasi accordo di programma o altro atto di assenso in assenza delle varie autorizzazioni ambientali.

Tre miliardi di euro per cinque milioni di metri cubi su centocinquanta ettari di costa adriatica fra la foce del Fiume Trigno e la foce del Torrente Mergolo.

Diciassette ville di lusso, undici delle quali sul mare, venticinque “palazzi” da 8 piani, ventidue da 10 piani, venticinque da 12 piani e ben sedici “torri” da 15 piani, altre ventitre da 20 piani e infine sedici da 25 piani.

Duecento ristoranti, quattro alberghi di lusso da 8 piani per un totale di 25.000 metri quadrati, un centro polifunzionale da 15.000 metri quadrati con un grande centro commerciale, un auditorium oltre a centri benessere, cliniche estetiche e altri centri specialistici. Una rete di canali navigabili per poter ormeggiare imbarcazioni a ridosso delle residenze, mentre diciotto concessioni demaniali occuperebbero 84 mila metri quadri di spiaggia per i fortunati abitanti del falansterio speculativo. Questo il progetto immobiliare “Project Southbeach” lungo il litorale molisano di Montenero di Bisaccia.

Su richiesta del Comune, la Giunta regionale del Molise, con deliberazione n. 67 del 29 marzo 2021, ha deciso di istituire un “tavolo tecnico” finalizzato alla stipula dell’accordo di programma che consentirebbe l’approvazione del mega-piano speculativo immobiliare (qui gli atti del Project Southbeach).

L’area costiera è, in ogni caso, tutelata con specifico vincolo paesaggistico e interessa il sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Foce Trigno (Marina di Petacciato)”(codice IT7228221), ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali. La spiaggia ricade nel demanio marittimo (artt. 822 e ss. cod. civ, 28 cod. nav.), mentre nel vigente piano territoriale paesistico e ambientale di area vasta (PTPAAV) n. 1 “Basso Molise” sono previste discipline puntuali di salvaguardia territoriale.

“Un simile faraonico piano speculativo – osserva il Gruppi di Intervento Giuridico odv – dev’essere comunque sottoposto a preventivo e vincolante procedimento di valutazione ambientale strategica – V.A.S., qualora sia presa in considerazione quale “piano o “programma” (direttiva n. 42/2001/CE) ovvero ad un unico procedimento di valutazione di impatto ambientale – V.I.A. (direttive n. 85/337/CEE e n. 97/11/CE e successive integrazioni) qualora sia considerata quale “opera” unitaria. Si tratta di uno dei peggiori e più devastanti progetti immobiliari mai proposti in Italia, che palesemente confondono edilizia con turismo, in assenza di qualsiasi logica di salvaguardia ambientale e buona gestione del territorio.
Forse – conclude il portavoce Stefano Deliperi – sta per esser consegnato all’elenco delle pessime cose di dubbio gusto chiuso nel cassetto. Per fortuna”.

 

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