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Larino, ombre e veleni sull’attribuzione dei fondi post-sisma 2018. Opposizioni accusano il sindaco

Dopo la bocciatura della commissione di inchiesta nel corso del Consiglio comunale del 29 aprile scorso, il gruppo politico ‘Il Germoglio’ incalza: “Rompere il muro di omertà sull’attribuzione dei contributi per l’autonoma sistemazione”


LARINO. Continua a far discutere la bocciatura, da parte del gruppo di maggioranza “Siamo Larino” in Consiglio comunale, della proposta di istituire una Commissione di inchiesta sull’utilizzo dei fondi pubblici per l’autonoma sistemazione riconosciuti a seguito del sisma dell’agosto 2018 e per tutto il periodo di vigenza dello Stato di emergenza, ancora in atto. La proposta, presentata dai consiglieri di minoranza de “Il Germoglio”, era stata votata favorevolmente anche dalla capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Ducale, Alice Vitiello, ma è stata boccata dai consiglieri vicini al sindaco Pino Puchetti.

Un atto contestato apertamente dai proponenti, che oggi hanno diffuso un manifesto nel quale si chiede che venga “abbattuto il muro di omertà con la pubblicazione degli elenchi dei beneficiari dei contributi di autonoma sistemazione”. Il sospetto è che i fondi riconosciuti dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile siano stati attribuiti dal Comune fentano a soggetti che non erano in possesso dei requisiti necessari per poterne beneficiare. Il C.A.S è infatti destinato ai nuclei familiari che decidono di cercare autonomamente alloggi alternativi alla propria abitazione soggetta ad sgombero per lesioni conseguenti agli eventi sismici.

Il contributo, che varia a seconda del numero di componenti del nucleo familiare, è concesso fino all’avvenuto ripristino delle condizioni di piena agibilità dell’abitazione. L’immobile oggetto dello sgombero deve essere l’abitazione principale, abituale e continuativa.

Decine di famiglie a Larino hanno finora beneficiato di tali contributi oltre che di quelli per il pronto ripristino degli immobili lesionati dal sisma. Trattandosi di soldi pubblici, le minoranze e il Partito Democratico hanno chiesto al sindaco e alla maggioranza di compiere un’operazione trasparenza, finora disattesa.

La proposta di istituire una Commissione d’inchiesta, prevista dallo Statuto e dal Regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale, era finalizzata proprio a garantire un percorso di trasparenza sulle pratiche elaborate ed evase dagli uffici preposti. Non è chiaro il motivo per quale non sia stata assecondata una proposta tanto lineare e limpida nelle finalità; elemento quest’ultimo destinato ad alimentare ulteriormente veleni e sospetti sulla vicenda.

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