HomeNotiziePOLITICA & ATTUALITA'Isernia, Pronto Soccorso verso la paralisi: medici ridotti al lumicino

Isernia, Pronto Soccorso verso la paralisi: medici ridotti al lumicino

Turni con 2-3 persone quando ne servirebbero 11. E il 21 giugno andranno via anche i professionisti del Venezuela


ISERNIA. Turni massacranti, con 2 o 3 medici al massimo a prestare servizio, rispetto a un organico di 11.

Situazione sempre più al collasso al Pronto Soccorso di Isernia: il personale manca, è andato via o è in malattia e le soluzioni continuano a tardare ad arrivare. La situazione: lo scorso 31 maggio è andato in pensione il dottor Pisano; due giovani laureati dislocati a supporto del reparto d’emergenza sono andati via; i professionisti giunti dal Venezuela termineranno il contratto il 21 giugno prossimo; il primario, Lucio Pastore, è in malattia per 25 giorni; il dottor Potena è costretto a gestire anche il Pronto Soccorso dell’ospedale ‘Caracciolo’, sdoppiandosi tra Isernia e Agnone. Nei prossimi 15 giorni dovrebbe prendere servizio una dottoressa vincitrice di concorso per Medicina: per il resto, non è dato sapere. Anche stamani il reparto risulta molto affollato, con stanze occupate anche da due o tre pazienti. E con l’avvicinarsi dell’estate comincerà il solito calvario delle ferie, con difficoltà evidenti per chi dovrebbe beneficiarne, vista l’esiguità di camici bianchi. La direzione sanitaria di Isernia e quella regionale dell’Asrem sono state messe al corrente delle croniche difficoltà, ormai, ma risposte certe non sembrano poter arrivare.

Certo è che il Pronto Soccorso del Veneziale ormai agisce come una unità operativa complessa di Medicina d’urgenza, non più come unità semplice. Per questo, riferiscono dall’interno, ci sarebbe bisogno non già di soluzioni tampone, con personale da altri reparti utilizzato come tappabuchi, ma di professionisti specializzati che possano dare un contributo qualitativo degno di questo nome, a tutela della salute dei pazienti. Altrimenti, chi sarà inviato a dare sostegno in reparto, come al solito andrà via dopo pochi mesi e si tornerà punto e capo. Né l’attuale provvedimento che vede i medici del 118 utilizzati a supporto potrà durare più di tanto: si parla di altri 5 giorni, viste le criticità sul territorio che affliggono anche il servizio sanitario di emergenza-urgenza.

 

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