HomeNotiziePOLITICA & ATTUALITA'Il Molise che mette alla porta i più fragili, Facciolla dice no

Il Molise che mette alla porta i più fragili, Facciolla dice no

Il consigliere regionale del Pd stigmatizza lo ‘sfratto’ de ‘La Città invisibile’, associazione di aiuto ai senzatetto, dalla storica sede di Termoli


TERMOLI. Governo cittadino insensibile, ma non è la prima volta. Lo afferma il consigliere regionale del Pd Vittorino Facciolla, commentando l’avviso di sfratto dell’amministrazione comunale di Termoli nei confronti de ‘La città invisibile’, associazione che assiste da anni i senzatetto in città. Entro una settimana dovrà lasciare lo stabile comunale in piazza Olimpia, dove da 3 anni eroga i servizi e assiste le persone ai margini della società. E l’avviso sarebbe arrivato senza alcuna proposta di sistemazione alternativa e senza alcuna possibilità di ascolto da parte del Comune di Termoli, con il quale più volte i membri della ‘Città invisibile’ dicono di aver provato a dialogare.

“Purtroppo – afferma Facciolla – non si tratta dell’unico gesto di insensibilità da parte del governo cittadino adriatico. A fine maggio, nel silenzio più assordante, sempre a Termoli è stata allontanata dallo storico stabile dove aveva sede e trasferita altrove ‘La cittadella della Carità’, che ospitava oltre ai servizi della Caritas, dal 2011, anche gli uffici di ‘Rifugio Sicuro’ (progetto di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati)”.

Infine, a Casacalenda 21 giovani africani sono stati allontanati dopo 4 anni durante i quali erano stati accolti grazie ad un progetto Sprar e si erano integrati con la popolazione locale. “La decisione del commissario prefettizio è stata rapida e irremovibile. Il motivo? Puramente burocratico. Quello che è palese è che il Molise – sottolinea il segretario regionale Dem – sta virando sempre più in direzione di scelte che non tengono conto dei diritti delle persone più fragili, degli ultimi e di chi vive in difficoltà. Gli ostacoli burocratici, economici o amministrativi ci sono sempre stati, ma gli attuali governi preferiscono mettere alla porta chi fa fatica a difendere i propri diritti e le associazioni e gli enti che spesso sopravvivono solo grazie al volontariato, piuttosto che provare a programmare e pianificare azioni di inclusione e accoglienza. È come se le persone in difficoltà adesso risultino di intralcio e bisogna sbarazzarsene nel modo più rapido possibile”.

“Se questa è la visione di chi guida i centri del Basso Molise – conclude Facciolla – sicuramente non è la nostra. Attiviamoci quindi e facciamo sentire la nostra voce per difendere chi non ne ha”.

 

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