Nuovi posti di Terapia intensiva Covid, Molise allo zero per cento. Toma: “Succede perché mancano gli anestesisti”

Il dato, contenuto nel rapporto della Corte dei Conti, rilanciato dalla senatrice di Forza Italia Laura Stabile. Intanto ripartito l’iter per realizzare il nuovo ospedale Covid, che però non sarà pronto prima della prossima estate


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Emergenza Covid, in Italia solo il 25,7% dell’incremento programmato di posti letto di Terapia intensiva è stato attivato. Un dato che sembra preoccupante, ma che lo diventa ancor di più se si esamina la situazione del Molise, dove non è stato attivato alcun posto letto aggiuntivo.

Il dato, contenuto nel Rapporto 2021 della Corte dei Conti, è stato rilanciato dalla senatrice di Forza Italia Laura Stabile.

“Quanto sta emergendo – ha dichiarato la parlamentare azzurra – riguardo alla carenza dei posti letto nei reparti di Terapia intensiva, lascia molti dubbi sulle capacità del sistema sanitario nazionale di affrontare l’attuale crisi pandemica e le future emergenze sanitarie”.

“Il problema degli ospedali riguarda tutto l’insieme dei reparti di degenza, anche quelli internistici e le semintensive – ha evidenziato Laura Stabile – e vorrei ricordare che l’Italia ha uno standard di 3 posti letto per acuti per mille abitanti, fra i più bassi in Europa. Il Friuli Venezia Giulia, per cui era stato previsto un aumento di 55 letti di terapia intensiva, ne ha attivati appena due (il 3,6%), davanti soltanto a Sicilia (3,3%) Molise e Basilicata (0%)”.

“Se da una parte – ha aggiunto la senatrice forzista – è comprensibile che l’attivazione di questi letti subisca dei ritardi per la difficoltà a trovare il personale da assumere in tempi brevi e a formarne di nuovo, dall’altra sembrerebbe quasi che, dopo il panico iniziale che aveva immediatamente fatto avanzare dei buoni propositi per il potenziamento della rete ospedaliera, con i relativi finanziamenti, ora ci si stia ripensando, e si cerchi di nuovo, e in ogni modo di mantenere gli ospedali ai minimi termini, soprattutto per quel che riguarda il personale. E con la promessa, in caso di emergenza, di interventi che, già sa, saranno impossibili. Come se la pandemia non avesse insegnato a tutti”.

Se i nuovi posti letto non sono stati attivati, questo il chiarimento del governatore Donato Toma, non è per mancanza di strutture – in attesa dell’ospedale Covid ci sono i moduli prefabbricati non entrati in funzione – ma perché manca il personale.

“Al momento noi non abbiamo carenza di posti di Terapia intensiva – le parole del presidente della Regione – a quelli già disponibili se ne aggiungono altri 26, che non sono però al momento attivabili perché mancano gli anestesisti. Ma a breve avremo esiti dal concorso che abbiamo attivato”.

C’è da dire che oggi la quota di occupazione dei posti letto di Terapia intensiva Covid in Molise è del 5,1%. Quindi l’emergenza non c’è rispetto al 2020, quando tutti i posti in Rianimazione erano pieni ed era un via vai di elicotteri, per trasportare anche fuori regione i pazienti Covid che non potevano essere curati in Molise. E che oggi, quando è necessario possono essere ricoverati al Cardarelli.

Il nuovo ospedale Covid, invece, non sarà pronto prima della prossima estate. A dicembre 2021 il ministro per il Sud Mara Carfagna ha dato il via libera ad utilizzare parte delle economie destinate alla ricostruzione post-terremoto di San Giuliano di Puglia delle risorse necessarie per completare la struttura: 3 milioni e 600mila euro. Che si aggiungono ai 4 milioni previsti dal progetto avallato dall’ex commissario alla sanità Angelo Giustini. Dotazione finanziaria che si è rivelata insufficiente, come ha evidenziato lo stesso concorso di imprese che si è aggiudicato il bando di gara. L’Asrem, soggetto aggiudicatore, ha calcolato il reale fabbisogno: 7 milioni e 600mila euro.

Ad oggi, a due anni dall’inizio della pandemia, il bando non è stato ancora pubblicato. Dovrebbe esserlo nel mese di gennaio, se si rispetterà il cronoprogramma indicato.

“Potevamo decidere di non fare più l’ospedale Covid, o di ridimensionarlo eliminando i posti di Terapia intensiva – le parole di Toma nella conferenza di fine anno – oppure potevamo richiedere al Governo i fondi mancanti, ed è questa la strada che ho deciso di seguire. Ho esposto la questione al ministro per il Sud Mara Carfagna, Entro sei, sette mesi l’ospedale Covid sarà pronto, per essere utilizzato ora per la pandemia, poi eventualmente riconvertito”.

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