Non si ferma la scia di successi della famiglia pluridecorata del judo isernino: importante risultato per l’atleta pentro che lo ripaga dei grandi sacrifici e del duro lavoro
ISERNIA/UDINE. È davvero una estate meravigliosa per il judo molisano ed in particolare per la famiglia Centracchio. Con papà Bernardo e mamma Silvia che stanno ormai esaurendo la scorta di lacrime di gioia e commozione.
Già, perché ancora “inebriati” dalla storica medaglia di bronzo di Maria alle Olimpiadi di Tokyo, ecco che a meno di quindici giorni di distanza il fratello minore, Luigi, diciannove anni, fa capire che non vuole essere da meno e intende puntare seriamente a seguire le orme del successo della sorella. E lo fa andando a conquistare la medaglia d’argento alla Junior Europea Cup 2021 in corso di svolgimento a Udine.
Un percorso netto, imperioso, quello del judoka isernino nella categoria -73 kg nella quale è inserito dallo scorso anno, ma in cui è ai primi combattimenti a causa dello stop per la pandemia. Centracchio, che già alla Junior European Cup 2021 di Coimbra nei primi giorni di luglio aveva impressionato gli addetti ai lavori con un ottimo quinto posto, è arrivato in finale, superando, all’esordio nella poll B, l’olandese Lennart Most, quindi il georgiano Kote Kapanadze e poi, nel derby tutto italiano della finale di pool, valida per i quarti, Matteo Nicoletti. Quindi, nella semifinale ha travolto l’ungherese Botond Toth.
In finale, invece, si è dovuto arrendere, al francese Joan-Benjamin Gaba, più grande di due anni, differenza di età che a questi livelli si fa sentire in termini di fisico ed esperienza.
Un risultato, questo di Luigi Centracchio che, oltre a confermare tutte le potenzialità del rampollo del maestro Bernardo (su cui tutti gli addetti ai lavori sono pronti a scommettere per un futuro luminoso), ripaga il giovanissimo atleta dei grandi sacrifici e del duro lavoro svolto quotidianamente. Peraltro, è da ricordare che l’atleta ha accompagnato la sorella in Giappone, in qualità di sparring partner, avendo modo così anche di allenarsi e confrontarsi con i “mostri sacri” del judo mondiale tra cui rientra a giusta ragione anche la sorella Maria. Una esperienza che di sicuro gli è tornata utile già oggi a Udine.
Camillo Pizzi
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