Slot machine, un colosso in declino contrastato dai governi

L’Italia non è il primo Paese a contrastare le slot machine. Il Decreto Dignità è soltanto l’ultimo provvedimento previsto dai governi per limitare lo strapotere delle macchinette nel settore del gambling, uno dei più floridi nel nostro mercato. L’obiettivo è chiaramente diminuire il numero di giocatori che presentano problemi di gioco compulsivo, scendendo sotto la soglia degli 800.000-1.000.000 attualmente stimati.

In tutto il mondo, le slot machine sono la fetta più importante dell’industria dell’azzardo. Escludendo quelle attivati nei casinò, che rimangono la parte più consistente degli introiti, negli ultimi anni il fatturato mondiale delle macchinette ha raggiunto i 79 miliardi di dollari, vale a dire il 19% del reddito dell’industria dell’azzardo. In questo panorama l’Italia ha un ruolo centrale, essendo il secondo mercato planetario, con circa 20 miliardi di euro di volume di gioco annuo (contando però anche i casinò terrestri).
Anche per questo gli ultimi governi hanno pensato a una riduzione del comparto, prima con il taglio del numero di apparecchi sul territorio e ora appunto con il Decreto Dignità, che colpisce le aziende togliendo loro la possibilità di pubblicizzare il prodotto. A questo si aggiunge l’incremento del prelievo fiscale sulle macchinette, che limita pesantemente i guadagni dei marchi.

L’Italia non è comunque l’unico Paese ad aver iniziato la propria battaglia alle slot machine. Il Regno Unito per esempio ha deciso di limitare la puntata massima per gli apparecchi B2 a £2, così da diminuire le perdite dei cittadini britannici. La Germania ha approvato un nuovo regolamento che mette pesanti restrizioni sui nuovi locali di gioco e sulle distanze tra gli stessi, così da limitare pesantemente l’offerta. Ben più drastica la strategia adottata dall’Austria, che dal 2015 permette di giocare alle slot machine soltanto nei casinò. Sullo stesso piano si è inserita Riga, capitale della Lettonia, che ha chiuso le sale slot nella parte storica della città. Uscendo dai confini europei, il Giappone, leader del settore grazie al “Pachinko”, sta discutendo sul ridimensionamento del gioco per aiutare la salute dei cittadini. L’Australia, al terzo posto per il mercato di apparecchi da intrattenimento, sembra intenzionata a seguire il modello britannico.

La situazione molisana in realtà non necessitava un netto cambio di regolamentazione. La regione è una delle meno attive in Italia nel campo delle slot machine, con un volume di gioco di circa 240 milioni di euro all’anno. L’incidenza a livello nazionale si aggira intorno allo 0,5%, troppo poco per pensare che il governo abbia guardato alla realtà regionale per i propri cambiamenti. In effetti soltanto la Valle d’Aosta spende di meno nell’azzardo, nonostante la relativa vicinanza di un casinò terrestre. In Molise generalmente mancano i mezzi per poter scommettere, per l’assenza di un grande centro che attiri i giocatori e la distribuzione limitata delle slot machine lungo il territorio. Per questo il Molise si può ritenere estraneo, almeno per il momento, a tutto il dibattito relativo al gioco d’azzardo che sta infiammando l’Italia (e il mondo) negli ultimi anni. Una fortuna non da tutti.

 

Unisciti al gruppo Whatsapp di isNews per restare aggiornato in tempo reale su tutte le notizie del nostro quotidiano online: salva il numero 3288234063, invia ISCRIVIMI e metti “mi piace” al nostro gruppo ufficiale https://www.facebook.com/groups/522762711406350/