HomeMEDIA E TECNOLOGIAAnonymous: la legione che non dimentica e non perdona

Anonymous: la legione che non dimentica e non perdona

L’I-Forensics Team di Isernia analizza il movimento popolare sorto in rete di cui non esistono né leader e né fazioni


“We are Anonymous, We are a Legion, We do not forgive, We do not forget, Expect us”. Questo è il manifesto, se non un vero e proprio grido di battaglia, del più famoso e mitizzato gruppo Hacktivist della storia di Internet: gli ‘Anonymous’. Gli Anonymous si proclamano ‘numi tutelari’ di una giustizia che non ha confini, che non ha limiti. Nelle loro battaglie, essi non dimenticano (‘do not forget’) e non perdonano (‘do not forgive’) nessuna ingiustizia, nessun abuso commesso contro poveri e indifesi.

Il nickname ‘Anonymous’ che, in origine, veniva assegnato a coloro che commentavano o pubblicavano informazioni senza prima identificarsi, ha dato successivamente forma al concetto di ‘identità collettiva’, finendo con l’indicare una comunità fortemente decentralizzata e in cui non esistono né leader e né fazioni. Il termine ‘Anonymous’ è, oggi, l’appellativo (fittizio) utilizzato da tutti coloro (sia singoli che gruppi) che compiono azioni di protesta in rete. Ogni azione degli Anonymous è caratterizzata da un impenetrabile anonimato; anonimato simboleggiato dalla maschera che ritrae il volto sorridente di Guy Fawkes, ossia di colui che, il 5 novembre del 1605, tentò, assieme ad altri, di far esplodere la Camera dei Lord di Londra nell’attentato conosciuto come ‘Congiura delle polveri’. Gli appartenenti ad Anonymous non hanno alcun credo politico o religioso. Non si distinguono per sesso e nemmeno per età.

A causa delle loro elevate conoscenze tecniche e informatiche, sono stati erroneamente identificati dai media come un gruppo di hacker o, peggio ancora, come dei cyberterroristi, impegnati a violare sistemi digitali di tipo governativo e militare. In realtà, in Anonymous convergono utenti provenienti da network diversi. Questa ‘libera coalizione degli abitanti di Internet’ utilizza wiki, canali IRC, siti web (come ‘4chan’), canali Youtube e chat room per riunirsi, organizzarsi e pubblicizzare le proprie attività. Insomma, si tratta più di un movimento popolare che è sorto per difendere la libertà di pensiero e di espressione; un collettivo continuamente impegnato a lottare contro ogni tipo di censura e di corruzione. Ne sono esempi le numerose rappresaglie compiute contro governi, banche, istituzioni, confessioni religiose, aziende e testate giornalistiche, che si sono resi colpevoli di azioni disoneste e immorali, sia contro singoli individui che verso intere comunità.

Anonymous ha dichiarato guerra a tutti coloro che calpestano i fondamentali diritti umani e che, per cupidigia di potere, distruggono l’ambiente e interi ecosistemi. Anche se osservano un loro preciso codice etico e comportamentale, ignorano molte delle leggi e dei regolamenti che vigono nelle varie parti del mondo, ponendo in essere, così, attività di protesta per lo più illegali: dalla pubblicazione di informazioni riservate (e ‘scomode’) – acquisite attraverso incursioni informatiche, con exploit, virus e tecniche di ingegneria sociale – alla modifica o al blocco temporaneo di siti internet – mediante tecniche di defacement e attacchi DDoS. Tuttavia, in molti casi, gli Anonymous hanno anche ‘collaborato’ con le forze dell’ordine, individuando pedofili e pericolosi criminali jihadisti, contribuendo allo smantellamento di molte cellule terroristiche. L’anonimato che caratterizza e circonda Anonymous ne costituisce sia un punto di forza ma, per certi versi, anche un ‘tallone d’Achille’: c’è sempre il rischio, infatti, che tra le sue fila possano nascondersi veri criminali informatici, intenzionati soltanto a commettere crimini di natura telematica.

Questo importante fenomeno di Internet ha permesso a molti utenti della rete di capire in che modo un apparato governativo, un sistema bancario o un credo religioso riescano a controllare e a manipolare le persone; un controllo che può diventare talmente invasivo da annientare non solo le libertà individuali ma, quel che è peggio, anche la capacità di ragionare con la propria testa.

                                                                                    I-Forensics Team

 

 

 

 

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