HomeNatura & AmbienteL’ambiente igrofilo dell’Oasi Le Mortine e le sue meraviglie

L’ambiente igrofilo dell’Oasi Le Mortine e le sue meraviglie

L’area al confine con la Campania è ricca di numerose specie faunistiche e floristiche


Dopo aver parlato, nei precedenti articoli, delle peculiarità naturalistiche a scala vasta della Regione Molise, iniziamo a scoprire le bellezze che riservano le aree di più piccola dimensione. L’Oasi Le Mortine è una riserva naturale che ha avuto luce nel settembre 2001 grazie ad una convenzione stipulata tra WWF Italia ed Enel. L’Oasi è situata in un’area a confine con il fiume Volturno, tra il Molise e la Campania ed è parte di una più estesa zona umida caratterizzata da un bellissimo bosco igrofilo, ricco di numerose specie faunistiche e floristiche.

La vegetazione ripariale che un tempo si estendeva lungo tutto il Volturno, oggi si riscontra solo in aree limitate con formazioni igrofile consistenti e dotate di un buon grado di naturalità. Tra di esse assume particolare importanza naturalistica il bosco igrofilo delle Mortine esteso per oltre 100 ha, di cui il nucleo boschivo concesso dall’ENEL rappresenta un frammento intatto da almeno 45 anni. Il comprensorio abbraccia una estesa isola demaniale fluviale ed un lago artificiale, interessando in totale oltre 50 ettari di area tutelata.

L’area si è ben conservata anche dal punto di vista storico che paesaggistico, essendo il limite settentrionale della Reale Caccia Borbonica di Venafro e Torcino.
In questa zona umida si possono ancora riscontrare le diverse formazioni della serie ripariale: la vegetazione ad idrofite, ad elofite, la vegetazione di greto, l’arbusteto ed il bosco igrofilo. Quest’ultimo è dominato dal saliceto con la presenza del Salice da ceste, del Salice rosso dal Salice bianco e dal Pioppo bianco. Un altro albero caratteristico e dominante di questi ambienti è l’Ontano nero che in un area del bosco va a costituire una tipica ontaneta, con strato arbustivo dominato dal Sanguinello, dal Nocciolo, dal Ligustro e dal Luppolo. Nei margini esterni più asciutti del bosco igrofilo compaiono l’Orniello, l’Acero campestre, l’Olmo e qualche esemplare di Farnia a testimonianza delle antiche selve planiziali che si estendevano sulla Piana di Venafro. Nei fossi e nei canali che tagliano il bosco e negli specchi d’acqua effimeri è presente la flora semisommersa formata da giunchi, nasturzi e veroniche. Rinvenute anche numerose orchidee, tra le quali spicca la rara Elleborina di palude e l’appariscente Dactylorhiza maculata.

Dal punto di vista faunistico l’area riveste una grande importanza in quanto non solo come corridoio ecologico tra il Matese e L’Alto Volturno ma anche perchè posizionata su rotte migratorie secondarie collegate ad ambienti umidi disposti in sequenza (Foce del Volturno, zona umida di Ponte Annibale, Lago Matese, Lago dei Cigni di Ciorlano, Lago di Falciano, Bosco igrofilo di Ripaspaccata, Serra del Lago di Colli a Volturno, Sorgenti del Volturno, Lago di Castel San Vincenzo, Pantano di Montenero Valcocchiara). Ecco perché negli specchi d’acqua naturali e artificiali sono numerose le anatre presenti come il Germano reale, il Moriglione, il Fischione, la Marzaiola, l’Alzavola, il Mestolone, la Moretta, il Codone e la Folaga. Gli aironi sono rappresentati soprattutto dall’Airone cenerino, la cui figura è anche simbolo dell’Oasi naturalistica.

Più raro incontrare invece l’Airone rosso, presente solamente nei periodo di migrazione. Con le minori aggressioni venatorie dovute all’istituzione del Parco regionale del Matese, ha fatto la sua comparsa anche l’Airone bianco maggiore. Di non facile avvistamento sono altre specie quali lo sporadico Cavaliere d’Italia e il Porciglione, mentre più facili da vedere sono lo Svasso maggiore, il Tuffetto e la Gallinella d’acqua. Tra i rapaci che frequenti l’area si menzionano il Nibbio bruno, il Nibbio reale, il Falco pellegrino, l’Albanella e la Poiana. Le Mortine risulta essere, in base a recenti censimenti, il maggior dormitorio per il Cormorano della Regione Campania (oltre 250 esemplari censiti). Osservabili anche la rara tartaruga palustre autoctona, il Tasso e la Lontra che sicuramente riveste maggiore importanza a livello naturalistico in quanto in via di estinzione.
A partire dal 2008, dopo il mancato accordo tra Enel e WWF per la gestione delle Oasi in Italia, l’area è stata affidata alla Onlus Pianeta Terra che oggi ne cura la manutenzione e la tutela.

Dottore Ambientale
Alfonso Ianiro

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