HomeSALUTE & BENESSEREItalia – Cina: l’alleanza per rivoluzionare la diagnosi precoce dell’Alzheimer

Italia – Cina: l’alleanza per rivoluzionare la diagnosi precoce dell’Alzheimer

In campo un innovativo “elmetto” per la PET di precisione. Il risultato della collaborazione tra il Neuromed di Pozzilli e la Huanzong University di Wuhan


POZZILLI. Nuove tecnologie per anticipare la diagnosi di Alzheimer agli stati più precoci della malattia, in modo da permettere ai clinici un intervento precoce e più efficace. È questo l’obiettivo del progetto “Predizione anticipata e valutazione dinamica dell’Alzheimer attraverso nuove tecniche di PET digitale basate su imaging e modelli analitici”, portato avanti dall’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli e dal Tongji Medical College con la Huazhong University of Science and Technology di Wuhan, in Cina.

Il progetto, che ieri ha visto la prima riunione operativa telematica tra le strutture di ricerca dei due Paesi, è parte del Programma di cooperazione scientifica siglato per l’Italia dal Ministero degli affari esteri e della Cooperazione Internazionale e per la Cina dal Ministero della Scienza e della Tecnologia, che hanno selezionato 9 progetti di rilevante interesse strategico. Uno sforzo congiunto che punta a rispondere a quella che si avvia a diventare una vera emergenza planetaria: il decadimento cognitivo, con uno specifico accento sulla malattia di Alzheimer.

“Il declino cognitivo soggettivo– dice Luigi Frati, Direttore Scientifico dell’IRCCS Neuromed e Principal Investigatore del progetto – è una condizione in cui si può avere la percezione di un deterioramento della memoria senza attribuire ciò ad una incipiente patologia. I test clinici magari mostrano una situazione normale, ma dobbiamo considerare che queste persone hanno un rischio concreto di sviluppare demenza in futuro. È di grande rilievo, quindi, questo progetto rivolto a rendere il più precoce possibile l’inquadramento della patologia. Le tecnologie attuali non permettono infatti una diagnosi adeguatamente precoce e, di conseguenza, viene individuata con certezza solo quando compaiono i segni clinici veri e propri e la patologia è avanzata per mettere in atto cure che la possano almeno rallentare. Il coinvolgimento di Università italiane (Roma Tor Vergata e nel prosieguo anche Roma Sapienza e le Università della Campania, ove le relative convenzioni divengano operative) nel progetto Huanzong University – Neuromed costituisce un esempio di come la sinergia possa portare a risultati importanti. La PET digitale ad alta sensibilità, partendo dagli studi in atto presso Neuromed su piccoli animali portatori di patologie diverse, costituisce un importante presidio diagnostico ultraprecoce in una pluralità di patologie”.

Il progetto Italo-Cinese punta quindi ad aumentare la sensibilità delle tecniche di diagnostica per immagini. Una tomografia a emissione di positroni (PET) per piccoli animali, in funzione nel PetLab di Neuromed, permetterà gli studi su modelli animali di malattia per poi utilizzare un nuovo tipo di PET digitale destinata all’uomo. Nelle macchine attualmente usate in clinica, il paziente viene inserito in un grande anello, esternamente simile a quello delle macchine TAC o a Risonanza magnetica. L’anello contiene una batteria di rilevatori che dovranno catturare i raggi gamma provenienti dal corpo. Nella PET digitale, invece, la persona sottoposta all’esame indossa un caschetto. I rilevatori sono incastonati tutto attorno alla testa del paziente, quindi vicinissimi al cervello. Questo caschetto verrà sperimentato prima su pazienti in Cina e successivamente raggiungerà il Neuromed per ulteriori prove sui pazienti italiani.

“Sarà – aggiunge Nicola D’Ascenzo, professore nel Dipartimento di Ingegneria Biomedica della HUST e Responsabile del Dipartimento di Fisica Medica ed Ingegneria dell’I.R.C.C.S. Neuromed – un notevole balzo in avanti per ottenere immagini molto più dettagliate. Inoltre nello stesso progetto useremo, sempre per l’esame PET, un nuovo tipo di traccianti: molecole capaci di individuare con maggiore sensibilità le proteine Tau caratteristiche dell’Alzheimer. Tutti i dati ottenuti con queste metodiche saranno poi sottoposti ad analisi con tecniche di Intelligenza artificiale. L’obiettivo finale è di avere una tecnologia capace di individuare con molto anticipo le persone a rischio di Alzheimer, permettendo ai medici interventi tempestivi”.

“L’internazionalizzazione – commenta Emilia Belfiore, Responsabile dell’Ufficio Ricerca e Sviluppo del Neuromed – è da sempre uno dei pilastri dell’attività del nostro Istituto. L’I.R.C.C.S. Neuromed e la Huazhong University hanno da tempo avviato un cammino comune per spingere sempre più in là le frontiere tecnologiche in medicina, e questo progetto, con il suo carico di innovazione, rappresenta una risposta straordinaria alle necessità cliniche dei prossimi anni”.

 

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