Uccisa a colpi di mattarello, 17 anni per l’assassino

MILANO. Diciassette anni. Per aver massacrato la compagna, l’isernina Stefania Cancelliere, con 80 colpi di mattarello. Questa la pena inflitta poco fa dal tribunale di Milano nei confronti di Roberto Colombo, il primario oculista che il 25 giugno 2012 uccise la donna, 39enne all’epoca, nell’androne di un palazzo di via Marconi a Legnano, nel Milanese. Nella sua requisitoria, il pm Isidoro Palma aveva riconosciuto le attenuanti generiche all’imputato, con grande delusione della famiglia della donna uccisa, che sperava nella richiesta del massimo della pena. E che affidava le proprie speranze di giustizia al giudice Roberta Nunnari, ma invano. L’uxoricida, su consiglio dei legali, ha scelto di non sottoporsi al processo ordinario ma al rito abbreviato. Così facendo ha beneficato dello sconto di un terzo sulla pena, con inevitabili polemiche data la brutalità del suo gesto. Difatti, la richiesta avrebbe dovuto essere pari a 30 anni, scesi a 20 per le caratteristiche del rito alternativo. Colombo, dal 1˚ agosto dell’anno scorso, è peraltro ai domiciliari, con grande sorpresa finanche dei poliziotti che si erano recati nel carcere di San Vittore per notificargli un provvedimento. Gli stessi agenti che lo avevano arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per aver strappato alla vita una madre di tre bambini, aventi 7, 5 e 2 anni (il primo era nato da un precedente matri­monio della donna). Un delitto che aveva scosso profondamente sia la comunità di Legnano che quella isernina, dove vivono ancora i genitori di Stefania. “Uno scandalo”: questo il commento di alcuni parenti, indignati per una sentenza giudicata fin troppo lieve. L’oculista, fino a sentenza definitiva, non andrà in carcere. Per ora, rimane ai domiciliari.

A.I.