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Il blitz dei malpancisti insidia Mazzuto: pronta la trappola della sfiducia mascherata

Cinque consiglieri di maggioranza e due di opposizione fanno richiesta di convocazione dell’assise per discutere della verifica di attuazione programmatica del quadriennio 2009-2013. Numeri a forte rischio: il presidente potrebbe essere costretto all’azzeramento di Giunta o, addirittura, a lasciare

ISERNIA. Ancora guai in vista, per il presidente della Provincia Luigi Mazzuto. Se il vertice di via Berta pensava di aver rafforzato la sua maggioranza con il rimpasto di Giunta (fuori Florindo Di Lucente, dentro Mario Lombardi, entrambi di Progetto Molise) e la conseguente surroga in assise di Piero Sassi, a mandare a monte i suoi piani di vacanze tranquille pensano ben sette consiglieri provinciali, di cui cinque di maggioranza.  Si tratta, per il centrodestra, di Massimo Volpe (Molise Civile), Gino Di Silvestro (Fli), Alfredo Ricci (Adc), Angelo Camele (Pdl), il neo assessore Mario Lombardi e per l’opposizione,  Fausto Pompeo (Idv) e Giovancarmine Mancini (La Destra, ma candidato alle Regionali di febbraio nel listino dell’ex governatore Michele Iorio). Tutti loro hanno presentato una richiesta al presidente del Consiglio Lauro Cicchino, inerente alla convocazione dell’assise per discutere di un unico punto all’ordine del giorno: la “verifica di attuazione programmatica del quadriennio 2009-2013″. Un’evidente trappola, bella e buona, se non addirittura una mozione di sfiducia mascherata. Se Lombardi, molto probabilmente, ha scelto di firmare tale documento quando ancora non era certo della nomina nell’esecutivo, ben diverse erano e restano le aspettative di personaggi come Volpe e Mancini, da tempo in attesa, anch’essi, di un riconoscimento politico. Ma Mena Calenda e Camillo Di Pasquale, nonostante i rumors degli ultimi mesi, per ora rimangono saldamente al loro posto in Giunta. La convocazione di un’assise del genere, prima della pausa estiva, rappresenterebbe un passaggio tra le forche caudine, per Mazzuto. Il quale, probabilmente, di fronte al possibile sfilarsi di quattro-cinque pezzi della sua maggioranza, non avrebbe più i numeri dalla sua parte. Dunque, se pressato, sarebbe costretto a rimescolare nuovamente le carte: azzeramento, nuovo rimpasto, chissà. E potrebbe anche non bastare. Perché c’è chi, come Gregorio Perna di Provincia Protagonista, da tempo invoca il ‘tutti a casa’. Che stavolta ci siano le condizioni per fare come dice lui?

mikeante

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