HomeSenza categoriaProvince, si chiude davvero: ma Mazzuto va avanti tutto l’anno

Province, si chiude davvero: ma Mazzuto va avanti tutto l’anno

ISERNIA. Ormai il destino della Province è segnato. Il governo Renzi ha incassato nel pomeriggio di ieri la fiducia del Senato sul disegno di legge a tema: 160 sì e 133 no, con il provvedimento che torna ora alla Camera in terza lettura. Un passaggio che, come riferito dal ‘Corriere della Sera’, dovrebbe essere solo formale, anche perché il disegno di legge scade il 7 aprile. Tra le novità contenute nel testo – che in realtà costituisce un maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl originale, rivisitando i compiti delle Province in vista del loro superamento – sono previste l’istituzione di dieci città metropolitane, il trasferimento di alcune delle funzioni delle Province a Comuni e Regioni, la trasformazione degli organi provinciali in enti di secondo grado.

Le Province già commissariate continueranno ad esserlo e quelle in scadenza saranno prorogate fino al 31 dicembre 2014, spostando al 1° gennaio 2015 il momento in cui le nuove città metropolitane entreranno a pieno regime. Un passaggio obbligato in attesa che i due rami del Parlamento partoriscano la riforma del Titolo V della Costituzione cancellando definitivamente l’istituzione delle Province”, i cui organi non saranno più eletti dai cittadini. In particolare, nel caso di Isernia, il presidente della Provincia e la Giunta provinciale restano in carica a titolo gratuito fino al 31 dicembre 2014 per l’ordinaria amministrazione; il presidente, fino a tale data, assume anche le funzioni del Consiglio provinciale.

Nelle nuove Province il presidente è eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali della provincia, dura in carica 4 anni, e deve essere un sindaco. Sotto di lui ci sono il Consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci, tutti ricoprono l’incarico a titolo gratuito. Sono eleggibili a presidente della Provincia i sindaci della provincia, il cui mandato scada non prima di 18 mesi dalla data di svolgimento delle elezioni. Per il Consiglio provinciale hanno diritto di elettorato attivo e passivo i sindaci e i consiglieri dei Comuni della provincia. La cessazione dalla carica comunale comporta la decadenza da consigliere provinciale. Il voto anche in questo caso è ponderato.

Il Consiglio provinciale – che dura in carica due anni – è composto dal presidente della provincia e da dieci componenti nel caso di province fino a 300mila abitanti). Esso è l’organo di indirizzo e controllo, approva regolamenti, piani, programmi e approva o adotta ogni altro atto ad esso sottoposto dal presidente della Provincia; ha altresì potere di proposta dello Statuto e poteri decisori finali per l’approvazione del bilancio.

Alle Province spettano le funzioni in ambito di: pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell’ambiente, per gli aspetti di competenza; pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente; programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale; raccolta ed elaborazione dati e assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali; gestione dell’edilizia scolastica ; il ‘controllo’ dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità nel territorio provinciale.

Per le Province interessate dai commissariamenti e per quelle in cui i mandati elettorali scadono tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2014, la legge di stabilità, in considerazione dell’assetto transitorio delle Province, aveva già previsto che non si procedesse alle elezioni per il rinnovo ma si nominasse un commissario. Risulta perciò superato il problema della ‘finestra elettorale’ che stabilisce l’obbligo di svolgere le elezioni per il rinnovo degli organi provinciali esclusivamente nel periodo 15 aprile -15 giugno e di conseguenza anche senza la presente legge le Province in questione non sarebbero state rinnovate.

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