Categories: CRONACA

Turni massacranti e precariato, infermieri in sit-in al Veneziale

ISERNIA. Ancora in subbuglio il settore infermieristico, attanagliato dalla questione del precariato, dai turni massacranti e dal servizio in sedi lontane da casa. Ed ecco che dinanzi al Pronto Soccorso del Veneziale di Isernia gli operatori del sindacato Nursind, guidati dal segretario provinciale di Campobasso Antonio Licursi, hanno organizzato un sit-in di protesta per denunciare a gran voce il loro disagio. Rivendicano, in primis, la possibilità, per quelli già in ruolo presso altre Asl, di tornare ad esercitare la professione nel Molise; poi orari di lavoro rispettosi della dignità umana e l’opportunità di effettuare attività di aggiornamento costante, come i colleghi delle altre regioni italiane, con il fine ultimo di garantire sempre una migliore assistenza al cittadini. Quindi l’appello alle istituzioni regionali per un cambio di rotta nella programmazione sanitaria. Nella circostanza, il segretario Licursi ha evidenziato come “gli infermieri in comando presso l’Asrem starebbero ricoprendo posti vacanti anche al di là dei propri turni, compiendo innumerevoli sacrifici personali”. Si ripropone quindi il problema della carenza di personale, nonostante 3mila persone abbiano risposto al bando della Regione per una graduatoria a tempo determinato. La condizione attuale – ha aggiunto l’esponente del Nursind – non consentirebbe ai turnisti di andare in ferie. “Il tutto – e qui arriva l’accusa più forte – mentre si promuovono corsi a pagamento fino a 3mila euro rivolti a giovani che mai – incalza Licursi – lavoreranno nella p.a. Si continua ad assumere ausiliari specializzati e a guadagnarci sarebbero solo enti di formazione e commissioni giudicatrici”. Al duro affondo segue, così, il monito alla Regione. “Occorre dare inizio ad un nuovo corso – ha concluso il sindacalista – che veda il paziente al centro dell’erogazione di un’assistenza personalizzata garantita da professionisti infermieri che nel 90 per cento dei casi sono già laureati. Bisogna rispettare le vigenti normative di settore, ricordando che se mancano infermieri in corsia il rischio per i pazienti aumenta del 100 per cento, contrariamente a quanto dettato dall’art.32 della Costituzione”.

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mikeante

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