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Dieci settembre ’43, il ricordo commosso di Isernia

ISERNIA. L’orrore della guerra non abbia più a riptersi. Questo, in sintesi, il messaggio del sidnaco di Isernia, Luigi Brasiello, durante l’omaggio ai caduti di stamani in occasione del 71esimo anniversario del bombardamento che vide il capoluogo pentro distrutto dagli aerei alleati. Recuperare la memoria storica della città e raccontare alle nuove generazioni il dramma della guerra, al fine di riconsegnare sotto una luce più giusta quella che fu una strage: questo il senso del suo discorso. Il bombardamento degli americani, che tentavano di dare il colpo di grazia alle forze tedesche presenti in zona, provocò migliaia di vittime. L’8 settembre ’43, com’è noto, ci fu l’annuncio dell’armistizio firmato dal maresciallo Badoglio con gli alleati. In pratica una vera e propria resa, a guerra ormai persa. Per gli isernini voleva dire fine delle ostilità e di un incubo durato anni. Per questo, dopo appena due giorni, la popolazione accolse con entusiasmo gli aerei anglo-americani che sorvolavano la città. Ma l’aviazione alleata sganciò tonnellate di bombe su Isernia,  distruggendo buona parte del centro abitato e seminando morte ovunque.

“Sono trascorsi 71 anni – così il sindaco Brasiello – da quel tragico 10 settembre 1943. In questi anni si è detto e scritto molto sui bombardamenti subìti da Isernia, e oggi, a fatica, la verità emerge dal passato. È stato recentemente sostenuto, infatti, che nella nostra città coloro che perirono a causa delle bombe furono alcune centinaia, non già alcune migliaia, come per tanto tempo è stato riportato. Tuttavia, meno morti non significa meno lutto o meno dolore; troppe sono comunque state le vite spezzate.Ho riflettuto più volte sulla tragedia ‘isernina’ dei bombardamenti del 1943, ma ho, altresì, considerato come la medesima sorte sia toccata ad altre località italiane. Analogo destino coinvolse tutta la nostra Patria. Nella notte fra il 7 e l’8 agosto del 1943, su Torino e Genova, dagli aerei anglo-americani si riversarono circa 400 tonnellate di bombe. L’11 agosto toccò a Terni dove, sotto le macerie, finirono centinaia di civili. Il più feroce attacco fu certamente quello di Milano, nella notte del 12 agosto: 504 bombardieri inglesi rovesciarono sulla città 1.252 tonnellate di ordigni e spezzoni incendiari. Il 13 agosto, anche Roma venne colpita e vi furono oltre duemila morti. Poi fu la volta di Taranto, Cosenza, Novara, Foggia, Salerno, Crotone, Viterbo, Avellino, Lecce, Bari, Cagliari, Benevento. Il 1° settembre venne distrutta Pescara, che era completamente priva di difesa antiaerea. Il 10 dello stesso mese – come tragicamente sappiamo – iniziarono anche i bombardamenti su Isernia. In Italia, negli ultimi tre mesi del 1943 le incursioni aeree anglo-americane provocarono 6.500 morti e circa 11.000 feriti, abbattendo o danneggiando un numero incalcolabile di edifici. Un unico destino di distruzione e morte coinvolse l’intera nazione. Questo fortifica e ravviva il ricordo – ha aggiunto il primo cittadino – perché nessuno dimentichi gli orrori della guerra; perché ogni isernino si senta partecipe del dolore che colpì le popolazioni di altre città italiane. Il bombardamento di Isernia è il tragico emblema d’una devastazione nazionale e mondiale. Siamo qui per fare memoria e rendere omaggio ai caduti. Perché il loro sacrificio non sia vano bisogna fare della cultura della pace l’obiettivo primario nell’educazione e nella formazione dei giovani, sensibilizzando le nuove generazioni all’impegno per la difesa del bene della vita e delle relazioni tra gli uomini, contro ogni logica di violenza e di morte. Il grido di San Giovanni Paolo II, ‘Mai più la guerra’, scuota il cuore dei governanti della Terra – ha concluso Brasiello – per orientarli verso la soluzione pacifica dei conflitti in atto”.

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mikeante

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