ISERNIA. Tassi usurari fino al 600 per cento. Per imborsare i quali, in mancanza, le vittime dovevano provvedere a rifornire la dispensa degli usurai, a pagare loro le bollette e a intestare, sempre in favore dei loro aguzzini, anche immobili e proprietà. Sono stati arrestati stamani dalla polizia i presunti componenti di una banda di strozzini, nei confronti dei quali sono contestai i reati di associazione per delinquere, usura ed estorsione. Si tratta di quattro pregiudicati, tre dei quali di etnia rom: i fratelli Costantino e Luigino Morello, il figlio di quest’ultimo Celestino (per il quale si è proceduto a disporre il solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) e l’isernino Claudio Giancola, residente a Teramo, considerato il procacciatore di affari del sodalizio criminale, finito agli arresti domiciliari. Questi provvedeva ad individuare le vittime bisognose di prestiti perché in difficoltà economica. Pensionati, commercianti, piccoli e medi imprenditori provenienti anche dalle province di Foggia e Frosinone: almeno una decina i casi accertati.
I dettagli sono stati illustrati stamani in conferenza stampa dal procuratore capo della Repubblica di Isernia, Paolo Albano, dal questore Armando Nanei, dal dirigente della Squadra Mobile Fabio Capaldo e dal portavoce della questura pentra Marco Graziano. Le indagini, condotte dagli agenti della Sezione Criminalità Organizzata, sono durate circa un anno e mezzo. Durante una serie di perquisizioni a carico degli indagati, sono state ritrovate anche banconote fac-simile da 50 euro per un ‘valore’ di 50mila euro, che – incredibilmente – sarebbero state usate dai quattro per attingere denaro dai cambiamonete presenti nelle sale giochi.
Le vittime venivano gravemente minacciate e costrette a restituire somme di denaro maggiorate da un tasso di interesse che andava dal 50 al 600 per cento rispetto a quanto ricevuto in prestito. In alcuni casi inoltre, prime delle festività natalizie o pasquali, ma anche in altre occasioni, gli estorti sono stati costretti anche a rifornire le dispense degli strozzini con l’acquisto di derrate alimentari (vino, bibite, prosciutti e altro). E’ accaduto anche che, al fine di evitare gravi conseguenze in danno dei prossimi congiunti, le vittime di usura hanno dovuto saldare il conto delle bollette delle utenze domestiche degli usurai (luce, acqua, gas). Infine, altre perquisizioni sono state eseguite a carico di M.P. e D.G., anche loro indagati (ma a piede libero) e accusati di appartenere al sodalizio criminale.
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